Anche i senza fissa dimora avranno diritto al medico di base. La proposta di legge avanzata dal Partito Democratico, primo firmatario Marco Furfaro, è stata approvata all’unanimità dalla Camera dei Deputati. Il provvedimento che si compone di tre articoli prevede in avvio una sperimentazione di due anni (2025-2026) in 14 città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) con un budget di 2 milioni di euro, coprendo oltre il 60 per cento delle persone senza dimora presenti nel nostro paese.
Prima di questa legge solo cinque regioni garantivano il medico di base alle persone senza dimora e prive di residenza, ossia Emilia-Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche. Più il Piemonte che nel 2022 ha istituito la figura del ‘tutor socio-sanitario’ con il compito di accompagnare le persone senza dimora nella presa in carico socio-sanitaria. Grazie a questa proposta approvata dalla Camera ora tutte le regioni italiane dovranno garantire il servizio.
“Il cuore della proposta riguarda le persone che non hanno una fissa dimora ma ci tengo a sottolineare che tra loro non ci sono solo quelle persone che vivono ai margini della strada, sotto i ponti o nelle stazioni”, le parole del primo firmatario Marco Furfaro a TPI. “In questa categoria rientrano anche quei padri di famiglia divorziati costretti a vivere in macchina o le donne vittime di violenza che magari vanno ad abitare da qualche amico in un alloggio popolare senza poter prendere residenza. Ci sono tutta una serie di casi nuovi che derivano dalle disuguaglianze della povertà contemporanee. Il ringraziamento più grande va ad Antonio Mumolo, Presidente di Avvocato di Strada, che per primo si è battuto per questo risultato”.
Proposta di legge che è stata approvata all’unanimità: “Si, è una cosa di cui sono orgoglioso. Per arrivare a dama ci sono state una serie di problematiche che abbiamo dovuto superare ma alla fine siamo riusciti ad arrivare al punto”. Una misura che ora dovrà ottenere il via libera del Senato per entrare in vigore. Ma con quali tempi? “Credo che, come accaduto per il diritto all’oblio oncologico, essendo una legge approvata all’unanimità, i tempi saranno rapidi. Spero si faccia celermente in modo da arrivare bene e pronti al primo gennaio 2025 quando partirà il tutto. Mi auguro si possa votare in Senato se non prima delle vacanze di agosto, subito dopo”. Anche perché “questa legge non solo restituisce il pieno diritto alle cure a decine di migliaia di persone, ma finalmente sapranno che lo Stato non le ha abbandonate. E che uscire da una condizione di fragilità è possibile”.