Onorevole Anzaldi, mi spiega perché lei e il suo partito, Italia Viva, fate la guerra a Report?
«E chi lo ha detto, scusi?».
Mi pare che lo dicano i fatti.
«Quali fatti?».
Due dossier contro il programma di Ranucci sono stati diffusi dai suoi colleghi Faraone e Nobili, lei lo sa bene.
«Veramente lei avrà notato che io quei due dossier non li ho maneggiati».
Tra un attimo mi spiega perché.
«Certo».
Però lei ha firmato un’altra interrogazione contro Report, proprio insieme a Faraone.
«Non c’entra nulla: quella era sulla puntata dei vaccini. Dove Report non ha fatto un buon servizio all’informazione, me lo lasci dire».
E poi lei ha firmato anche un comunicato contro sulla penultima puntata.
«Ma scusi! Quello era dovuto».
Perché?
«Sono venuti a chiedermi conto di quella interrogazione durante la Leopolda, assaltandomi senza preavviso. Le pare possibile?».
Dovevano preavvisare?
«E perché no? È stato un gesto scorretto e inutile».
Lei in quella intervista diceva di non ricordare di aver firmato l’interrogazione contro Report, e invece lo aveva fatto.
«Appunto. Nel caos della Leopolda mi sono confuso. Ma perché non chiedere una intervista normalmente come ha fatto lei?».
Dunque Anzaldi non è un nemico di Report?
«Al contrario. Io sono un amico di Report!».
Addirittura.
«Penso che sia un ottimo programma di inchiesta».
E lo attacca. Pensi se non le piaceva!
«Come tutti i migliori, anche a loro capita di sbagliare, ad esempio nei casi che le ho citato».
Però, scusi: lei attacca sui vaccini, Faraone sul dossier sessuale e sui vaccini e Nobili sulle presunte fonti pagare. Facendo uno più uno, Italia Viva sta dando la caccia a Ranucci & C.
«E sbaglia».
Lei ha sentito cosa dicono Nobili e Faraone su Report?
«Siamo un partito in cui ci sono personalità diverse e in cui si fanno scelte diverse».
Ad esempio?
«Io per esempio ho scelto di non tirare fuori il dossier sulle molestie sessuali perché non mi convinceva».
Come come?
«Ho anche cercato dei riscontri a quelle accuse. Ma non li ho trovati».
Però il dossier in Parlamento lo ha portato un suo compagno di partito.
«E allora? Le sto dicendo che io non ho trovato conferme a quel dossier. E per questo non l’ho sottoscritto».
Faraone invece lo ha fatto.
«Si vede che lui ha avuto delle conferme».
Quindi lei nega che ci sia una strategia comune tra voi?
«Assolutamente no. Quando trova un atto, una dichiarazione, una denuncia firmata da Anzaldi, vuol dire che l’ho fatta io, con la mia testa e la mia faccia. Sul dossier sessuale io ho scelto di non intervenire».
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