Alzano e Nembro, mancata chiusura: è polemica tra Conte – Regione Lombardia
Sulla mancata chiusura di Alzano Lombardo e Nembro, i due comuni in provincia di Bergamo da cui si è originato il focolaio di Coronavirus che ha messo in ginocchio l’intera Lombardia, adesso è scontro tra il premier Giuseppe Conte e il governatore Attilio Fontana. Dopo l’inchiesta di TPI (qui la ricostruzione completa della vicenda), che ha rivelato l’esistenza di una nota riservata dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) del 2 marzo in cui si raccomandava al Governo la chiusura dei due comuni a causa dell’elevata incidenza di contagi, il presidente del Consiglio ha risposto con una nota formale al nostro giornale, affermando che la Regione Lombardia avrebbe potuto istituire la zona rossa in qualsiasi momento. Fontana, però, ha subito replicato al premier, accendendo nuovamente la miccia di una polemica tra Governo e Regione che va avanti per motivi diversi dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in Italia.
Perché Alzano e Nembro non sono state chiuse in tempo?
La polemica tra Stato e Regione Lombardia era partita per la verità il 6 marzo scorso, quando l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, in conferenza stampa ha implicitamente confermato di aver ricevuto la nota dell’Iss in cui si chiedeva l’istituzione della zona rossa nei due comuni della Bergamasca, scaricando però la responsabilità della mancata chiusura proprio sul governo. Tre giorni fa – aveva detto Gallera – l’Istituto superiore di sanità ha formulato una richiesta precisa al governo sull’istituzione di una zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo (…) Queste sono misure che hanno un senso se c’è una grande tempestività. È vero anche che il numero dei casi in questi comuni continua a crescere in maniera importante. Io più che prendere atto che tre giorni fa c’era stata, anche sulla base dei dati che noi avevamo fornito, una valutazione dell’Iss e poi prendere atto che invece dopo 3 siamo ancora qui, traete voi le conseguenze…”.
La risposta di Conte alla Regione Lombardia: la nota inviata dal premier a TPI
Sollecitato sull’argomento, il premier Conte nella giornata del 6 aprile 2020 ha inviato una nota formale a TPI per chiarire la posizione del governo sulla mancata chiusura per Coronavirus di Alzano Lombardo e Nembro. “Non vi è argomento – ha spiegato il presidente del Consiglio – da parte della Regione Lombardia per muovere contestazioni al Governo nazionale o ad altre Autorità locali. Se la Regione Lombardia ritiene che la creazione di nuove zone rosse andava disposta prima, con riguardo all’intero territorio regionale o a singoli comuni, avrebbe potuto tranquillamente creare zone rosse, in piena autonomia”, visto che “le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti”. “A conferma di questo assunto – ha aggiunto Conte a TPI – si rileva che la Regione Lombardia ha adottato – nel corso di queste settimane – varie ordinanze recanti misure ulteriormente restrittive, le ultime delle quali il 21, il 22 e il 23 marzo 2020″.
Riguardo alla nota dell’Iss, ignorata da Governo e Regione, Conte invece ha dichiarato a TPI che “il 6 marzo (il giorno successivo al secondo invio da parte dell’Istituto superiore di sanità della richiesta formale di chiusere Alzano e Nembro, ndr) maturava l’orientamento di superare la distinzione tra “zona rossa”, “zona arancione” e resto del territorio nazionale in favore di una soluzione ben più rigorosa, basata sul principio della massima precauzione, che prevedesse la distinzione del territorio nazionale in due sole aree: la Lombardia e province focolaio di altre regioni e il resto d’Italia”. Un provvedimento, quest’ultimo, adottato con il Dpcm dell’8 marzo.
Nel corso della conferenza stampa da Palazzo Chigi del 6 aprile 2020, il premier Conte ha poi risposto a una nostra domanda sulla mancata chiusura di Alzano e Nembro: “Se abbiamo sbagliato o fatto bene? Riteniamo di aver agito in scienza e coscienza, ce ne assumiamo tutta la responsabilità. Con la zona rossa estesa a tutta la Lombardia riteniamo di aver assunto una decisione più rigorosa. Ci sarà poi il tempo per giudicare e io non mi sottrarrò. Ora è il momento della concentrazione e del coraggio per uscire dall’emergenza tutti insieme”. Infine, ha concluso dicendo che non è sua intenzione fare polemica con Fontana: “Questo è il momento di collaborare tutti insieme”.
La replica di Fontana a Conte: “Colpe di entrambi: Governo e Regione Lombardia”
A stretto giro è arrivata anche la replica al premier Conte da parte del governatore lombardo Fontana: “Io non ritengo – ha scritto il presidente della Regione Lombardia in una nota ufficiale – che ci siano delle colpe in questa situazione. Ammesso che ci sia una colpa, eventualmente è di entrambi. Forse su Alzano si sarebbe potuto fare qualcosa di più rigoroso, ma dopo che era stata istituita una zona rossa (in tutta la Regione) noi non avevamo neanche da un punto di vista giuridico la possibilità di intervenire”.
Infine, con una seconda nota diramata nella serata del 6 aprile, la Regione Lombardia ha precisato di aver effettivamente chiesto al Governo la chiusura dei due comuni in data 3 marzo. “A fronte della mappatura della diffusione del contagio – si legge – Regione Lombardia il 3 marzo ha reiterato, fra le altre, la richiesta di istituire una zona rossa per Nembro e Alzano, attraverso il Comitato Tecnico Scientifico di supporto a Palazzo Chigi che condivideva tale valutazione, inoltrandola al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute. L’8 marzo il Governo ha deciso con proprio Dpcm – quello che ha generato il drammatico esodo notturno dalla Lombardia – di istituire la zona rossa in tutta la regione, superando ogni decisione relativa a Nembro e Alzano e cancellando quella di Codogno”.