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    Il termine Alto Adige è stato sostituito da “Provincia di Bolzano” in una legge europea provinciale

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 13 Ott. 2019 alle 12:27 Aggiornato il 14 Ott. 2019 alle 13:25

    Il termine Alto Adige è stato sostituito da “Provincia di Bolzano” in una legge europea provinciale

    Tanto scalpore ha creato la notizia, poi smentita dal presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, secondo cui il termine Alto Adige sarebbe stato abolito per legge e sostituito da “Provincia di Bolzano”.

    L’equivoco è nato dal fatto che il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato con 24 Sì, un no e 5 astensioni la legge n.30/19-XVI di iniziativa giuntale reca il titolo: “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”. Hanno votato a favore Suedtiroler Volkspartei, Suedtiroler Freiheit e Freiheitlichen, si sono invece schierati contro i consiglieri di L’Alto Adige nel cuore-Fratelli d’Italia e si sono astenuti PD, Verdi, Lega, Team Koellensperger. La Stf sostiene che il termine Alto Adige sia un termine fascista.

    “Il provvedimento riguardava semplicemente un comma della legge omnibus, nel quale la denominazione Alto Adige è stata sostituita con quella di Provincia di Bolzano”, ha specificato Kompatsche, e non l’abolizione tout court del termine.

    Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher ha commentato dicendo: “Credo che il Governo italiano non si permetterà di impugnare questa legge, l’impugnazione sarebbe un grave affronto, e comunque non ci sarebbero problemi davanti alla Corte costituzionale”.

    Nella Costituzione italiana si parla di “Regione Trentino Alto Adige/Sudtirol” e di “Provincia autonoma di Bolzano”.

    La deputata di Forza Italia, Michaela Biancofiore si è scagliata contro la legge che ha definito “aberrante” e ha fatto appello al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia e al commissario del governo di Bolzano perché venga immediatamente impugnata dallo Stato.

    “Un atto gravissimo di abolizione della toponomastica, un attentato vero e proprio alla Costituzione, il non plus ultra della insita finalità secessionistica che lo Stato italiano deve coralmente e trasversalmente fermare. Lasciar passare un tale affronto al sistema Paese – conclude – sarebbe come accettare che una minoranza nazionale che assuma il controllo del governo nazionale, abolisca il termine Italia”, continua Biancofiore.

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