Per anni abbiamo pensato che la legge elettorale fosse un argomento di natura politica, ma sotto elezioni ci rendiamo regolarmente conto che si tratta di qualcosa di esoterico. Eppure non dovrebbe essere così, perché l’esoterismo è per sua natura qualcosa di accessibile ai soli iniziati e la legge elettorale è invece l’insieme delle regole del gioco della nostra democrazia.
Nulla dovrebbe essere più accessibile. Nulla dovrebbe essere più noto. Nulla, invece, è più esoterico di questo, e chi parla di scorpori e disgiunti, di quote e sbarramenti non è ai nostri occhi diverso da chi parla di riti e simboli occulti. Eppure, è qualcosa che riguarda tutti.
La legge elettorale attuale ha i suoi limiti, molti limiti. Già questo sarebbe stato argomento sufficiente per intervenirvi drasticamente. Ancora di più se pensiamo che nel corso di questa legislatura c’è stato un cambio della costituzione – il taglio dei parlamentari – che ha reso tale legge superata. Noi comuni mortali non eravamo a conoscenza dei segreti esoterici di tale legge e, privi di una tale coscienza, poco o nulla potevamo fare perché fosse modificata. Poco o nulla è però anche ciò che i presunti sacerdoti di questo culto arcano, i parlamentari, hanno fatto per rendere la legge più adatta al nuovo quadro politico, col risultato che sono stati i primi a sbattere il muso contro questi problemi. E così i classici accordi politici non risultano basarsi solamente sul numero di candidature, sui seggi sicuri e su quelli contendibili, ma anche sulla differenza tra candidature proporzionali e maggioritarie, fatto dovuto all’impossibilità di scindere i due voti nell’attuale sistema.
Si sa che l’esoterismo affascina tanti, ma coloro in grado di conoscere le verità celate sono pochi. È quindi così che tanti nomi autorevoli, negli ultimi giorni, non sono stati in grado di interpretare i simboli occulti del Rosatellum, tra chi ha proposto alleanze asimmetriche e chi patti di desistenza, tutte cose che questa legge, però, non prevede. C’è stata una legge che prevedeva queste ed altre cose, si chiamava Mattarellum e il suo estensore è diventato presidente della Repubblica, ma pare che ciò non sia abbastanza perché i partiti la apprezzino.
C’è poi chi, chiaramente, ha poco da dire in questa fase. Se qualcuno deve provare ad attaccarsi ai tecnicismi per trovare la quadra, qualcun altro può tranquillamente uscire avvantaggiato da questa confusione. Un buon motivo per lasciare tutto com’è? Fortuna rota volvitur, dicono i Carmina Burana: se una legge è fatta male, qualsiasi vantaggio è effimero se domani gli si può rivolgere contro.
Così ci si trova nella strana situazione per cui le grandi democrazie occidentali hanno tutte cementificato un proprio sistema elettorale mentre l’Italia continua, in maniera a tratti emotiva, a cambiarlo senza pensare a qualcosa che possa funzionare nel tempo. Rischiando di farne una verità conosciuta solo da pochi eletti.