Dopo tante polemiche e discussioni, arriva lo stop dell’Agcom, l’autorità garante per le telecomunicazioni. Il confronto tv a due tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, a pochi giorni dal voto del 25 settembre, non rispetta la par condicio. Una delibera a maggioranza arrivata dopo le numerose segnalazioni al Garante di questi giorni, per quello che sarebbe dovuto essere un duello televisivo tra i leader dei due partiti, sondaggi alla mano, più votati, da svolgersi nel salotto di Porta a Porta.
“La programmazione di un unico confronto televisivo tra due soli soggetti politici, nonché le attività di comunicazione ad esso correlate, risulta non conforme ai principi di parità di trattamento e di imparzialità dell’informazione, essendo suscettibile di determinare, in capo ai soggetti partecipanti al confronto, un indebito vantaggio elettorale rispetto agli altri”, si legge nella delibera dell’Agcom.
L’autorità richiama tutte le emittenti al rigoroso rispetto della parità di trattamento dei soggetti politici nei programmi di approfondimento. Il Garante aggiunge: “Al fine di garantire l’applicazione di tale principio – spiega l’Autorità -, le emittenti dovranno tener conto che l’attuale legge elettorale prevede un sistema misto (maggioritario e proporzionale) che, da un lato, per cinque ottavi, prevede l’assegnazione dei seggi in collegi plurinominali in base ad un criterio proporzionale fondato sullo scrutinio di lista, dall’altro consente alle medesime liste di presentarsi (o meno) in coalizione per concorrere all’assegnazione dei rimanenti tre ottavi dei seggi in collegi uninominali in base ad un sistema maggioritario. Tale legge non prevede altresì l’individuazione di un capo della coalizione (laddove invece impone alle liste di indicare il relativo capo politico), né postula necessariamente che l’esito delle elezioni venga determinato dal confronto tra due liste o tra due coalizioni”.
“Pertanto, l’interpretazione della disciplina sulla par condicio deve necessariamente conformarsi a tale impostazione, secondo quanto espressamente previsto dalla legge, e in questo senso sono i precedenti dell’Autorità relativi alla scorsa tornata elettorale – prosegue Agcom -. Fermo restando quanto stabilito dalla delibera dell’Autorità in materia di confronto fra le forze politiche, la programmazione di un unico confronto televisivo tra due soli soggetti politici, nonché le attività di comunicazione ad esso correlate, risulta non conforme ai principi di parità di trattamento e di imparzialità dell’informazione, essendo suscettibile di determinare, in capo ai soggetti partecipanti al confronto, un indebito vantaggio elettorale rispetto agli altri. Alla luce del quadro normativo e regolamentare sopra richiamato, inoltre, la definizione delle modalità di eventuali confronti fra esponenti politici non può essere rimessa agli esponenti politici medesimi, rientrando, tale definizione, nella responsabilità editoriale dei direttori responsabili dei programmi”.
“Mi dispiace. Non avremmo tolto nulla a nessuno e fatto del buon giornalismo. Noi siamo pronti a far confrontare tutti i leader ma è noto che ci sono delle forti resistenze. Pazienza”, ha replicato all’Ansa il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa.