Aboubakar Soumahoro è un dirigente sindacale italo-ivoriano della USB: 38 anni, laureato in sociologia, amico e collega di Sacko Soumayla, il sindacalista ucciso a colpi di fucile in Calabria.
Nei giorni scorsi i carabinieri di Vibo Valentia hanno arrestato un agricoltore 43enne del posto, Antonio Pontoriero. L’uomo, dopo essere stato fermato, è stato portato nel carcere vibonese.
Ospite a Propaganda Live, il programma di Diego Bianchi in onda su La7, Aboubakar Soumahoro ha parlato di discriminazione, delle condizioni di schiavitù in cui i braccianti, tanto stranieri quanto italiani, sono costretti a lavorare e della mancanza di una vera sinistra in Italia.
“Il governo deve capire una cosa, che lì dove le persone vivono in miseria, i diritti dell’uomo sono violati, indipendentemente dal pezzo di carta che hanno in tasca, che siano rossi gialli o bianchi. Quando il governo si riunisce per i lavori del consiglio dei ministri e vede delle arance deve chiedersi: in quale contesto vengono prodotti?”
Soumahoro ha anche detto di aver chiesto di incontrare il presidente della Camera, Roberto Fico, e il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.
“Si tratta di chiedersi se le condizioni di lavoro nella grande filiera della distribuzione organizzata sono o no di schiavitù”.
“Noi viviamo ormai da anni in un contesto in cui si è giunti alla razializzazione attraverso lo sfruttamento lavorativo e culturale. Il diverso è visto come qualcosa di inferiore, il migrante è povertà, precarietà è marginalità”.
Sempre affrontando il problema della discriminazione razziale in ambito tanto culturale quanto politico, Soumahoro ha detto che “è il frutto di un pensiero che poi si esprime attraverso le norme approvate dal parlamento e che hanno un nome, come la Bossi Fini”.
Soumahoro non risparmia nemmeno la sinistra e il governo che ha preceduto quello attuale.
“Una sinistra non in grado di dare dignità e prospettiva e che approva leggi come quelle sull’alternanza scuola lavoro o la Minniti-Orlando, che sinistra è?”
“Prendi l’attuale ministro degli interni e Minniti e chiediti: cos’è la sinistra? Non c’è. La sinistra va ricostruita a partire dai luoghi delle contraddizioni sociali, deve mettere insieme soggetti diversi che non devono entrare in contrasto tra loro, ma devono essere accomunati da bisogni comuni.”
Uno sguardo anche alle periferie, luoghi da cui la sinistra si è da tempo allontanata.
“Bisogna andare dalle periferie alle aree rurali, dal centro fino ai luoghi sperduti perché fino a quando un lavoratore o un sindacalista non viene fucilato i riflettori in quei posti non si accendono”.
Soumahoro commenta anche le parole del ministro dell’Interno Salvini sui migranti.
“Non abbiamo bisogno di sentirci dire ‘è finita la pacchia’, noi non l’abbiamo mai conosciuta”.
Alla fine del suo intervento, i social hanno espresso tutto il loro sostegno alle parole di Soumahoro.
“Ha un linguaggio e un pensiero limpido e profondo”, si legge su Twitter.
O ancora: ”Più incisivo di qualsiasi politico italiano. Era da tanto che non sentivo un discorso così forte e chiaro. Applausi”.
“Che la sinistra riparta da qui”, commentato in tanti sui social.
Qui la testimonianza a TPI di Madiheri Drame, che era insieme a Sacko Soumayla quando un uomo ha aperto il fuoco contro di loro in Calabria. “Io, sopravvissuto alla sparatoria in cui è stato ucciso Sacko Soumayla, vi racconto come è andata”.
Come ha confermato a TPI Guido Lutrario, dell’esecutivo nazionale dell’Unione sindacale di base (Usb), Sacko era un attivista da anni impegnato nelle lotte per i diritti dei lavoratori.
Il sindacato di base Usb ha lanciato anche una raccolta fondi per garantire assistenza legale alla famiglia di Sacko Soumayla. Qui il link per la raccolta su GoFoundMe
Il commento: Sono Sacko Soumayla e ieri mi hanno ucciso in Calabria, ma Salvini pensava che la mia vita fosse una pacchia
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