“Io non ho mai detto che voglio modificare la 194, ma ho detto che voglio applicarla: vorrei aggiungere diritti, che le donne che si trovano nelle condizioni di abortire perché non hanno alternative, magari per ragioni economiche, possano avare quella alternativa”. Il tema dell’aborto infiamma anche gli ultimi scampoli di campagna elettorale. Così parla la leader di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni a Mezz’ora in più, su Rai tre. Per paradosso, Meloni ed Emma Bonino, leader di +Europa, dicono la stessa cosa: ossia che vogliono applicare la legge 194 sull’aborto. Nella sostanza però i punti di vista sono molto diversi: da un lato c’è la Bonino, con oltre 44 anni di battaglie in difesa del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Era in prima linea quando l’aborto non era ancora in diritto, è stata arrestata nel 1975 per la disobbedienza civile contro la legge che vietava l’aborto e si è battuta fino al 1978 perché la legge 194 venisse approvata.
E dall’altro c’è la Meloni che intende battersi per garantire un pieno diritto “a non abortire”, pur non volendo intervenire sulla legge qualora salisse al Governo.
Il prossimo 20 settembre a Roma insieme a Cecilia D’Elia, Bonino ha indetto un incontro pubblico sul tema dell’aborto e sulla legge per cercare di smuovere le coscienze.
La 194 è il pericolo? È in pericolo la legge in sé o la sua attuazione?
Intanto è una realtà la sua non applicazione in intere regioni. Se poi la destra vorrà cambiare la legge questo io non lo so, per ora hanno scelto la strada della non applicazione, sia dell’aborto farmacologico, sia intere regioni per obiezione di coscienza generalizzata di tutti i ginecologi. Non ho nessun problema con l’obiezione di coscienza individuale, ma ritengo che in uno Stato di diritto la legge valga per tutti e che si può ovviamente rimediare. Toscana e Lazio lo hanno fatto aprendo concorsi a ginecologi non obiettori. Evidentemente questo è un esempio dell’idea che la destra ha della società italiana, che è come quella di Orban: non solo “dio, padre, famiglia”, ma anche “partorirai con dolore e abortirai sotto tortura”. Questa è la verità ,che poi si addentrino in cambi legislativi non lo so.
Anche ieri Meloni è tornata sull’argomento dicendo che non intende toccare la legge. Andrà così?
Lo fanno in modo molto più subdolo, cioè non applicandola.
Dalle nostre inchieste sul tema è emersa la conferma delle difficoltà immense che incontrano le donne per abortire specie in alcune regioni.
Tutto questo lo sappiamo, il problema è che forse anche i più libertari negli ultimi anni hanno dormito, io mi sono sgolata in piena solitudine a ripetere che i diritti una volta acquisiti non sono per sempre e che se uno non li cura, non ci investe, non li difende, un bel giorno non li ha più. E questo sta succedendo. Spero invece ci sia un risveglio generalizzato ma non solo per difendere la 194, ma anche per andare avanti sui nuovi diritti, il matrimonio ugualitario, la possibilità di adozione per le coppie lgbt, per gli immigrati.
Non c’è stata negli anni una grande mobilitazione, il rischio è parlare a persone già convinte anche con gli appuntamenti in piazza. Come invertire la rotta?
Avrei bisogno di maggiori spazi televisivi, per esempio.
Questo vento di destra è più pericoloso per i diritti?
Loro hanno una visione “Dio, patria, famiglia”, non sono dei conservatori ma dei reazionari per cui c’è chi propone lo stipendio alle casalinghe, così le blocchiamo anche di più in casa, chi propone di far sentire il battito del feto, chi vuole i cimiteri dei feti, sta a noi o a chi tiene a questi diritti darsi da fare. Dobbiamo trovare la forza di farlo a favore.