Il 25 settembre è in gioco il futuro dell’Italia. Mai come stavolta o si sta di qua, con i democratici e progressisti guidati dal Pd, o si sta di là, con Meloni, Salvini e Berlusconi. La mancata fiducia al Governo Draghi da parte del M5S ha interrotto bruscamente un percorso comune che avevamo costruito negli ultimi tre anni. Quella collaborazione, sempre con la stella polare un moderno europeismo nella società dei diritti, ci ha portato ad amministrare insieme molte città e molte Regioni. Quelle esperienze non vanno interrotte, ma tutelate e rafforzate. Quel percorso comune ci ha permesso di vincere, con la guida Pd, le elezioni regionali e le amministrative, anche quando il M5S non ha sostenuto i nostri candidati; abbiamo vinto anche per loro. Sarà così anche il 25 settembre: vinceremo anche per loro. Il nostro avversario non è e non potrà mai essere il M5S guidato da Giuseppe Conte, ma la destra. Pd e Cinque Stelle faranno percorsi distinti ma paralleli: l’obiettivo comune è fermare l’avanzata del fronte sovranista e nazionalista.
Personalmente resterò un interlocutore del M5S e cercherò sempre il dialogo e il confronto con loro perché sui valori e sui principi ci troviamo spesso su posizioni condivise. Noi vogliamo una società che garantisca sempre i diritti universali e i diritti civili, in cui ciascuno paga le tasse per quello che può, in cui il lavoro sia dignitoso e garantito e l’ambiente, la scuola pubblica e la sanità pubblica siano priorità non negoziabili. Questa campagna elettorale si sta delineando sempre più come uno scontro tra il Pd e la destra estremista di Meloni. Non è semplicemente lo scontro tra due partiti politici, ma tra due idee di società diverse e alternative.