Vittorio Feltri choc. Scrive un tweet delirante e spavaldo sulla ragazza seviziata per venti ore a terrazza Sentimento. Poi, precipitosamente, investito da un’onda di rabbia, si sorprende e lo cancella: “Siamo d’accordo: bisogna condannare Genovese se ha stuprato. Però – aveva scritto Feltri – un pizzico di ammirazione egli lo merita: ha scopato una ragazza per 20 ore, il mio record sono sei minuti lordi”. Ovviamente si resta increduli.
E non per la retorica del Mee too. Ma per l’assoluta mancanza di rispetto e decenza. Basterebbe parlare della confusione tra “Scopare” e “stuprare”, che non sono e non possono diventare mai due sinonimi. E bisogna anche citare il tweet con cui il direttore editoriale di Libero prova poi a mettere una pezza: “Il senso dell’umorismo medio su Twitter – scrive Feltri – è pari a quello di una lumaca bollita”. Ma si può fare ironia su una violenza sessuale che si prolunga per venti ore?
La cosa più inquietante, in questa polemica, che ha visto il fondatore di Libero sommerso di insulti sui social è una visione del mondo (e della sessualità) che quel commento rivela. Una idea davvero arcaica, che certo non è solo di Feltri: quella della prevaricazione come vanagloria, come prestazione, come primato. Per questo puoi arrivare a celebrare il vizio violento di un ricco malato come se fosse una impresa, e perdi di vista che si tratta di un accanimento contro un corpo stordito attraverso la droga dello stupro.
Chi ha letto l’ordinanza di rinvio a giudizio contro Alberto Genovese, per fatti di “Terrazza Sentimento”, conosce bene, purtroppo, i particolari sadici di quel supplizio: lo stato di costrizione, la ritualità macabra, la droga usata come strumento per evitare la fuga. La disperazione della ragazza costretta a scappare – dopo le famose venti ore – come se fosse stata una sequestrata. I soldi che Genovese le tira dietro, con sprezzo, come se una violenza fosse sanabile con il denaro.
Tutto questo immaginario appare e balugina come un incubo dietro un tweet scanzonato e quasi goliardico. Ma in questo caso la goliardia non può essere accettata: anche perché sappiamo che se questo stupro non fosse stato filmato (dal suo stesso autore, per giunta) la ragazza sarebbe stata accusata di mitomania. Ecco perché il caso Feltri, oggi, non è un dettaglio polemico che si può perdere nel grande mare della rete. È uno sbaglio che si può emendare solo con delle scuse. Una opinione che merita la squalifica.