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    La videolettera di Riccardo Bocca: Massimo Boldi oggi fa ridere solo quando parla di politica

    Di Riccardo Bocca
    Pubblicato il 4 Feb. 2021 alle 10:26

     

    La videolettera di Riccardo Bocca: 4 febbraio 2021

    Carissimo Massimo Boldi,
    le invio questa videolettera perché, dall’alto della sua indiscutibile popolarità, lei si lancia non comune slancio – quando intervistato – nella perversa giungla della nostra politica.

    Le viene particolarmente bene, ad esempio, osannare Silvio Berlusconi, al quale la lega una lunga amicizia. O anche spendere parole dolci per la patriota Giorgia Meloni. O ancora evocare l’epopea di quando, a inizio anni Novanta, si candidò – poi non eletto – nel barnum craxiano.

    Tutto più che lecito, ci mancherebbe. Ma altrettanto lecita è questa domanda: perché? Perché sporgersi con giudizi politici e chiacchiere da bar sport, quando invece sarebbe molto più utile concentrarsi sul presente della sua comicità?

    L’ultimo film che ha interpretato, in questi tempi grami di pandemia, è stato “In vacanza su Marte”, dove assieme a Christian De Sica ha sbaragliato il record del non umorismo: battute da gastrite cronica, ovvietà inascoltabili persino sul pianeta rosso e una trama esile a livello pre-adolescenziale.

    Paradossalmente, caro Boldi, lei è più divertente quando si erge a politologo e invoca per il suo Silvio la presidenza della Repubblica, o quando incarna il ruolo di preside e dà le pagelle a Renzi e compagnia.

    Ma non creda: è con dispiacere che pronuncio queste parole, perché c’è stato un tempo in cui lei è stato sinonimo di puro spasso.

    Era la stagione d’oro in cui lei imparava il mestiere di comico sul palco del teatro Derby, a Milano, dove s’incrociavano giganti del nonsense come Enzo Jannacci, Dario Fo o Cochi e Renato. Niente a che vedere con il serial trash dei suoi cinepanettoni. E tantomeno con la deriva da maitre-à-penser in cui inciampa oggi.

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