La videolettera di Riccardo Bocca: 18 febbraio 2021
Carissimo Renato Brunetta,
le invio questa videolettera perché lei all’improvviso è tornato al centro dell’attenzione pubblica entrando nel Governo Draghi: quello atteso da tutti come il club dei “migliori” che dovrebbe prendere per mano il Paese e condurlo verso la salvezza.
Nessuno, a dire il vero, aveva pensato a lei come stella di questo dream team. E invece eccola qua, direttamente dai tempi d’oro – per lei – dell’ultimo Governo Berlusconi, a riaffrontare la sfida delle sfide: rendere performante la Pubblica Amministrazione.
Come e se riuscirà nel compito, si vedrà. Nel frattempo l’accoglienza che le è stata riservata dal solito circo degli haters, da qualche vignettista e – diciamolo – anche da qualche opinionista in deficit di buongusto è stata avvilente. Ancora una volta, infatti, è stata derisa la sua statura e si è praticato il gioco del body shaming.
Che pena, che amarezza e che vergogna per tutti noi. È triste che nel 2021 si ricorra allo sfottò fisico per denigrare chi non è gradito e tentare così di minarne l’autorevolezza. Eppure questo è stato lo spettacolo sotto i nostri occhi. Un attacco sciagurato, per volgarità e miopia.
Eppure, caro Brunetta, sarebbe bastato per celebrare in salsa amara il suo ritorno in poltrona ricordare quando invocò in pompa magna il licenziamento dei “fannulloni” statali, oppure quando allegramente diede dei “panzoni” ai poliziotti al lavoro in ufficio, salvo poi scrivere una riforma della Pubblica Amministrazione baciata dal fallimento.
Premesse che sovrastano – e di molto – il dettaglio della sua statura. E che, all’inizio del Governo Draghi, ci portano a riflettere sul senso profondo dell’aggettivo “migliori”: così facile da evocare e così difficile invece da rispettare.
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