Partiamo dai numeri che fanno spavento e che fotografano impietosamente la realtà: ad oggi sono oltre cinque miliardi le dosi di vaccino anti-Covid somministrate nel mondo. Ma il 75% di questi vaccini è concentrato in soli dieci Paesi. Solo l’1,4% della popolazione dei Paesi a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino ma i potenti del pianeta, quelli che sono fortissimi a confezionare comunicati stampa che grondano umanità e tenerezza sembrano non esserne interessati.
In occasione dell’ultimo G20 dei giorni scorsi i ministri della Salute riuniti in concistoro hanno annunciato l’altisonante “Patto di Roma” (sulla solennità dei titoli, in compenso, sono fortissimi) annunciando “un cambio di passo” e promettendo di attivarsi “perché nessuno venga lasciato indietro”.
Molta retorica, alle solite, che finge di non tenere conto che il rischio di disuguaglianze nella distribuzioni dei vaccini fosse stato segnalato a inizio pandemia e che il disgustoso risultato attuale (con il prevedibile risultato della povertà direttamente proporzionale alla mortalità) sia figlio di una tardiva presa di coscienza. Sempre che la presa di coscienza poi si traduca in fatti un po’ più sostanziosi di un Patto a favore di telecamera.
La pensano così anche Oxfam Itali ed Emergency che in risposta al ministro Speranza (che ha parlato di disuguaglianze, ovviamente, piuttosto contrito) gli ricordano che “nella risposta alla pandemia, in termini di accesso globale ai vaccini, nulla si è fatto per definire strategie e strumenti di medio e lungo periodo che, davanti a future pandemie, possano cambiare il paradigma e mettere fine alle vergognose disuguaglianze nell’accesso alle cure”.
“La dichiarazione adottata oggi dalla Ministeriale Salute non offre risposte concrete alla sfida più drammatica e urgente posta dalla pandemia, quella di un vaccino che sia per tutti e ovunque“ – hanno scritto Sara Albiani, policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia, e la presidente di Emergency Rossella Miccio – Servono soluzioni più incisive che rivedano il monopolio a tutela della proprietà intellettuale delle case farmaceutiche, sostengano con forza il trasferimento di tecnologie e know-how e intervengano a supporto della capacità produttiva a livello globale”.
Per questo Oxfam Italia ed Emergency hanno lanciato un appello perché “possano recuperare nel summit finale il coraggio e l’ambizione per intraprendere un reale cambio di rotta, adottando misure in grado di disinnescare la spirale di disuguaglianza nell’accesso alle cure che la pandemia ha ulteriormente esacerbato, rendendo così attuale e non solo dichiarato il principio dei vaccini come bene pubblico globale”.
A proposito di numeri: l’Oms dichiara come obiettivo quello di vaccinare il 70% delle persone nel mondo entro metà 2022, il Patto di Roma si propone di vaccinare “almeno il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021” (cioè nei prossimi quattro mesi). Intanto il resto del mondo attende, attende con la pessima sensazione di essere deluso ancora una volta.
Leggi l'articolo originale su TPI.it