Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Opinioni
  • Home » Opinioni

    La gogna mediatica contro Spano ci ricorda l’intolleranza contro “il diverso” (di M. Cirinnà)

    Credit: AGF

    "Ciò che è accaduto all’avvocato Spano e indirettamente al ministro Giuli, persone a cui va la mia sincera solidarietà, è frutto della stessa matrice: allontanare e colpire il diverso"

    Di Monica Cirinnà
    Pubblicato il 27 Ott. 2024 alle 09:32

    Conosco l’avvocato Spano da molti anni. Conosco la gogna mediatica, in particolare quella delle varie “bestie social” e dei giornali della destra destra, ne sono stata spesso colpita. Conosco l’omofobia di cui sono intrisi i gruppi del cattolicesimo radicale e delle destra estrema.

    Proprio perché so di cosa parlo, fin dai lontani tempi della legge sulle unioni civili (era il 2016) e dai più recenti del mancato ddl Zan, ho atteso qualche giorno prima di ragionare sui fatti che stanno riempiendo la discussione nel mondo politico e nell’opinione pubblica.

    Mi chiedo se questo riempire sia anche e volutamente un coprire il tanto altro che sta sul tavolo politico: la manovra economica, la riforma della giustizia, le elezioni regionali, senza dimenticare il premierato e l’autonomia delle regioni. Meglio tenere gli italiani distratti…

    Trovo altrettanto gravissimo il silenzio di larga parte dei miei colleghi politici di sinistra che hanno scelto la modalità “popcorn” e guardano con piacere allo scannarsi dentro il primo partito del governo, Fratelli – meglio parenti – d’Italia. Ciò che è accaduto all’avvocato Spano e indirettamente al ministro Giuli, persone a cui va la mia sincera solidarietà, è frutto della stessa matrice: allontanare e colpire il diverso.

    Diverso è Spano perché gay, sposato con un uomo, un bravo professionista che ha servito nella pubblica amministrazione senza appartenenza politica; diverso è il ministro Giuli e lo dimostra la libera scelta di Spano, osteggiata dalla sua comunità di riferimento, comunità che usa ancora il mussoliniano “pederasta” per apostrofare il bersaglio…

    La volontà di cacciare il diverso, in qualunque ruolo esso sia nasce dalla totale aderenza, cieca e irrazionale, ad una ideologia e alla conseguente corrispondenza ai suoi stereotipi. Questo cancella ogni altra valutazione: merito, valore, studi, preparazione professionale, lealtà e coerenza.

    Solo incidentalmente vale la pena di notare come nessuno e nessuna dei vertici del governo e dei partiti di maggioranza non corrisponda affatto a quei canoni ideologici: sono tutti non sposati o separati con figli nati fuori dal matrimonio, non sono quindi famiglie tradizionali, quelle tanto amate e propugnate dagli oscurantisti ultra-cattolici, ma … tant’è!

    Anche per questo, poiché i pro-vita sono il vertice più alto nella piramide dell’oscurantismo e dell’omofobia, stupisce, non solo me ma anche tante persone illuminate di destra, che non vi sia stata risposta alcuna alla violenza verbale con la quale costoro hanno di fatto ricattato il governo: “Non tollereremo più…”

    Non si è elevata alcuna voce da destra, fatte salve quelle coraggiose di Annalisa Terranova e di Flavia Perina, per dire loro: chi siete per ricattare il governo? Il governo, sì di destra, ma di uno Stato laico fondato sulla Costituzione repubblicana e democratica. Perché questo silenzio?

    E perché anche tanto silenzio a sinistra? Siamo in campagna elettorale per le regionali, forse si vogliono evitare argomenti divisivi dentro il Pd? Conosco le posizioni discriminatorie portate avanti da molti parlamentari Pd cattolici, temi camuffati e protetti dal “pluralismo interno”.

    Il rispetto del pluralismo e delle idee altrui è sempre molto importante ma lo è ancora di più la chiarezza sui valori e sugli ideali fondativi del Pd: l’uguaglianza, quella dell’articolo 3 della Costituzione, deve essere un faro sempre acceso per tutte le persone, soprattutto adesso, nel momento in cui l’Italia si trova sprofondata nel buio delle politiche più reazionarie e oscurantiste che la Repubblica abbia mai vissuto.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version