Sanremo 2022, le pagelle della prima serata del Festival
SANREMO 2022 PAGELLE – Finalmente ci siamo. Il Festival di Sanremo 2022 è partito, sotto la sapiente guida per il terzo anno consecutivo di Amadeus. In questa prima serata si sono esibiti 12 dei 25 Big in gara. Super ospiti i Maneskin, che proprio dal palco dell’Ariston lo scorso anno hanno spiccato il volo ottenendo un clamoroso successo internazionale. Co-conduttrice di questa sera è Ornella Muti. E poi il ciclone Fiorello, i grandi protagonisti delle fiction Rai e la classe tennistica di Matteo Berrettini. Ma la grande e più bella novità rispetto al 2021 è il ritorno del pubblico in teatro, cosa che fa emozionare e non poco Amadeus.
Amadeus 8 – Prima si emoziona rivedendo il pubblico in sala, poi si diverte con il suo amico Fiorello. Padrone di casa impeccabile, dà ritmo a questa prima serata, che scivola via bene, con una scaletta incalzante. E chiude ad un orario decente.
Ornella Muti 4 – Eleganza, storia e charme non si discutono. Ma la sua presenza sul palco dell’Ariston risulta impalpabile. Afona, quasi non pervenuta.
Achille Lauro 5 – La sua “Domenica” non è certamente il pezzo migliore tra quelli portati da Lauro in questi anni a Sanremo. Ricorda molto da vicino “Rolls Royce”, in versione più “relax”, e l’aggiunta del coro gospel non regala particolari guizzi. Dopo aver stupito negli anni con i suoi abiti, quest’anno decide di presentarsi all’Ariston a petto nudo e con tatuaggi ben in vista. Il fisico lo aiuta. Non mancheranno le polemiche per il gesto del battesimo al termine della canzone, mentre il coro canta “Alleluja”. Provocatore.
Yuman 7 – Per il ragazzo romano di origini capoverdiane un brano che appare più maturo rispetto alla sua età. La voce, calda e possente, mixa soul e parti melodiche. Pezzo scritto e arrangiato bene e lui dimostra di essere un ottimo interprete.
Noemi 7 – La sua voce impreziosisce qualsiasi cosa canti. Parte debolmente, poi la canzone carbura e il ritornello ti entra subito in testa. Noemi è una garanzia, anche se al primo ascolto può non mettere i brividi come “Glicine”. “Ti amo non lo so dire” allarga i confini del mainstream con stile. Il tocco di Mahmood si sente e come. Può crescere con il passare degli ascolti. E poi quanto è bella Noemi.
Gianni Morandi 6 – Gianni Morandi si ama, non si discute. Torna in gara al Festival dopo 22 anni, molto emozionato, occhi lucidi e l’umiltà dei grandi. Si mette in gioco con un brano fresco scritto da Jovanotti che ci farà ballare. Una canzone divertente benché non indimenticabile. Ma lui ci mette tutto il suo trasporto e l’energia di un ragazzo di 77 anni.
Fiorello 8 – Il Mattarella dell’intrattenimento. Tutti dovremmo avere un’amicizia come quella tra Fiorello e Amadeus. La loro sintonia e complicità sono stati il valore aggiunto delle due passate edizioni. Dai tamponi ai virologi, fino all’anatema che aveva lanciato lo scorso anno, lo showman siciliano ci regala in apertura un quarto d’ora di leggerezza e spensieratezza. Amadeus ride di cuore ed è una perfetta spalla. Numero uno, al netto di qualche momento da villaggio turistico. Tornerà anche le prossime sere? Parrebbe di no, ma ci speriamo.
La rappresentante di lista 6 – Giocano sull’effetto tormentone, con un ritornello che ti entra subito in testa. C’è anche il balletto che fa tanto Gioca Jouer. “Con il culo, ciao ciao”. Brano smaccatamente dance, il testo ha poche pretese, ma si canta e si balla. In radio andrà fortissimo.
Michele Bravi 6,5 – Eleganza, delicatezza, forza. I suoi brani non sono certo da ballare, ma l’intensità e la verità delle sue parole non lasciano indifferenti: ottimo interprete e voce particolare. La canzone sanremese è viva e lotta insieme a noi: rischia di sembrare un pezzo già sentito. Con il passare degli ascolti può solo che migliorare. E Michele Bravi meritava di tornare a Sanremo.
Maneskin 8 – Tornano a Sanremo a meno di un anno dalla vittoria del Festival che li ha portati in poco tempo sul tetto del mondo. Accompagnati in trenino da Amadeus in versione chauffeur, portano una carica di energia capace di rianimare anche le pietre. Infiammano l’Ariston: sono loro gli ospiti internazionali di questo Sanremo. Il rock è vivo, zitti e buoni. Alla fine Damiano si commuove, perché in fondo dietro la maschera dei duri e puri, sono dei ragazzi dal cuore tenero. La gratitudine e la riconoscenza per quanto si è avuto dalla vita sono grandi valori.
Massimo Ranieri 6 – La classe, la storia. Peccato per qualche imperfezione vocale, ma Massimo non si discute. La canzone è teatrale e melodica, anche se non la migliore del suo straordinario repertorio. Ma in ogni caso la sua presenza nobilita questa edizione del Festival. Mare e migranti. Un arrangiamento un po’ d’antan. Un gigante, peccato per qualche inaspettata stecca.
Mahmood e Blanco 7,5 – Quando metti insieme due artisti che dominano le classifiche come Mahmood e Blanco, le aspettative sono altissime. Sono complementari e capaci di fondere alla perfezione le loro voci. Partono con il favore del pronostico e infatti sono primi nella classifica provvisoria, anche se a volte chi entra Papa… Di sicuro un pezzo che sentiremo parecchio in radio. Una bel brano pop, cantato bene e con intensità.
Ana Mena 4 – Già sentita, ammicca alle radio e ai tormentoni estivi fuori stagione, ma il brano è assai debole. Avete presente quelle canzoni neomelodiche napoletane trash, nel senso deteriore del termine? Ecco.
Rkomi 6,5 – Il pezzo suona bene e funziona, soprattutto in radio. D’altronde il ragazzo è un maestro in tal senso. Tanta energia e un look sadomaso.
Dargen D’amico 6 – “Fottitene e balla”. Un brano spensierato e leggero, difficile non muoversi e ancheggiare, persino per i più imbolsiti all’Ariston. Cassa dritta e ambizioni da tormentone: durerà fino a questa estate? Un alieno sul palco, con gli immancabili occhiali da sole. Può sparigliare le carte e puntare al podio di questo Sanremo.
Giusy Ferreri 4,5 – Pezzo molto debole. La sua voce nasale è sempre particolarissima, piace o non piace. Prova ad innovare con una canzone dance-latina, ma il risultato non convince e alla fine si discosta poco dal suo consueto repertorio. Nel finale canta con un megafono, e diventa la scena più da meme dell’intera serata.
Leggi l'articolo originale su TPI.it