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    Preparatevi perché ora Salvini comincerà a vendicarsi. E ne vedremo delle belle (di Giampaolo Pansa)

    Matteo Salvini

    Un vecchio detto avverte: “Temete l’ira dei calmi”. E di voglia di rivalsa l’ex ministro in corpo ne ha parecchia

    Di Giampaolo Pansa
    Pubblicato il 13 Set. 2019 alle 10:59 Aggiornato il 27 Set. 2019 alle 16:00

    Sui giornali cominciano ad apparire articoli che raccontano, a volte con il tono del rimpianto, la caduta di Matteo Salvini, passato dal rango di padrone d’Italia a quello ben più modesto di pensionato della politica che, dentro la casta dei partiti, ormai conta come il due di picche.

    L’ultimo di questi articoli è comparso ieri su “Repubblica”, scritto da Brunella Giovara, una giornalista davvero brava, arrivata non so in quale anno al quotidiano diretto da Eugenio Scalfari e oggi affidato a un professionista che conosce bene il mestiere come Carlo Verdelli.

    Se avesse lavorato con Barbapapà, il pezzo di Brunella sarebbe stato giudicato eccellente. Nel lessico di Eugenio era il voto massimo da assegnare a un articolo. Un giorno, approfittando del mio incarico di vicedirettore, gli chiesi: “Papà, perché non trovi un giudizio meno burocratico per premiare chi ha scritto un pezzo davvero notevole?”.

    Eugenio mi rispose:”Non bisogna mai eccedere nel valutare un articolo. L’autore potrebbe montarsi la testa e diventare ingovernabile!”. Sia come sia, l’articolo di Brunella era quasi perfetto.

    E Verdelli gli ha dato un titolo efficace: “L’autunno triste dell’ex vicepremier in cerca di rivalsa”. Sull’autunno triste di Salvini nulla da eccepire. Ce la ricordiamo tutti l’estate sulla spiaggia del Papeete, una stagione di grande follia, quasi sempre a sfondo sessuale.

    Matteo Salvini, in quel momento ministro dell’Interno, si è rivelato un perfetto impresario di saloon che non avrebbe sfigurato neppure nel più audace film western. L’idea di far cantare l’Inno di Mameli a un gruppo ragazzacce seminude, in America gli avrebbe fatto ottenere l’Oscar dell’intrattenimento.

    Ma adesso anche per Salvini è arrivata la fine dell’ora legale e, con il buio, presto si farà sentire l’inverno. Che cosa farà allora Salvini? L’articolo di “Repubblica” non lo dice, poiché tanto la collega Brunella che il suo direttore Verdelli sono persone pacifiche alle quali non piace scrivere e pubblicare storie drammatiche che grondano sangue.

    Ma il Bestiario, la creatura di un vecchio signore anarchico, non ha di queste reticenze. E dice che, da un certo giorno in poi, Matteo Salvini getterà nel guardaroba dei cani, ossia nella spazzatura, il suo autunno triste e comincerà a vendicarsi.

    Prima non poteva farlo perché era pur sempre il ministro dell’Interno. Ma oggi al Viminale il saggio premier Giuseppe Conte ci ha mandato una signora prefetta, Luciana Lamorgese, una professionista che conosce bene le istituzioni.

    La sa lunga e cercherà di contenere le ire del Dittatore disarcionato. L’avevo chiamato così in un mio libro uscito in giugno. Salvini non aveva battuto ciglio, immagino perché il suo status di ministro dell’Interno gli imponeva un aplomb britannico.

    Ma da adesso in poi ne vedremo delle belle. Forse la collega Giovara e il direttore Verdelli dovranno riscrivere quella pagina di “Repubblica”. Un vecchio detto avverte: “Temete l’ira dei calmi” e di voglia di rivalsa l’ex ministro in corpo ne ha parecchia.

    Non ci resta che sperare nella saggezza dell’ultima morosa di Salvini, Francesca Verdini. Le cronache mondane sostenevano che la coppia si era rotta. Ma non sembra che sia così. Dunque speriamo che la bella Francesca calmi i bollori del Dittatore disarcionato.

    Non sarà una impresa facile. Ma la signorina potrà sempre avvalersi dei consigli di papà, il noto Denis Verdini. Il famoso tuttofare di Silvio Berlusconi dei tempi d’oro.

    Se la bella Francesca fallirà, a calmare il Salvini furioso potranno riuscirci soltanto le novene di un convento di frati. Disposti a correre in soccorso al dittatore leghista che di recente si è convertito al culto della Madonna.

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