In un Paese dall’età media sempre più alta e tradizionalmente pachidermico nel recepire le novità, è passata pressoché inosservata una notizia dai contorni in realtà esplosivi. Matteo Salvini è appena sbarcato su Tik Tok, il social network cinese che dall’Asia si sta diffondendo nell’intero Occidente a un ritmo e a una velocità frenetici. Con una piccola, non esattamente trascurabile, particolarità: l’età media degli utenti di questa piattaforma si aggira tra i 12 e i 15 anni.
Non parliamo più semplicemente di giovani e millennials ma di veri e propri adolescenti o, in alcuni casi, pre-adolescenti, che qua sopra hanno trovato l’habitat naturale in cui esprimersi, al di fuori dello sguardo dei genitori, principalmente attraverso video non più lunghi di poche decine di secondi.
Matteo Salvini è il primo politico italiano ad aprire un canale su Tik Tok. Una decisione apparentemente azzardata, quella messa a punto da Luca Morisi e dallo staff della “Bestia”, ma che in realtà non fa altro che anticipare una strada che più o meno l’intera politica – destra e sinistra senza distinzioni – è destinata a seguire nei prossimi mesi.
Lo scopo è evidente: aprire un solco, gettare un sasso, creare una strada. Nel mirino ci sono le centinaia di migliaia (e, nel giro di mesi – non anni – milioni) di giovani e giovanissimi che rappresentano gli elettori di domani.
La Bestia che sbarca su Tik Tok è un animale molto diverso rispetto alla fiera famelica e onnivora che siamo abituati a vedere su Facebook. Non è lì per calamitare in tempi rapidi le masse, ma per studiare, imparare, farsi conoscere, cominciare a creare un rapporto con quel bacino di utenti che lo conoscono solo per averlo sentito nominare di sfuggita dal papà a cena. Con un linguaggio lontanissimo da tempi e dai modi della politica, ma vicino – per semplicità e immediatezza – a quello che il leader della Lega utilizza quotidianamente sui social tradizionali.
Non è un caso che il primo contenuto in assoluto comparso su Tik Tok sia un video dello stesso Salvini che, su un sottofondo trionfalistico, stringe le mani a uomini in divisa al grido di “Onore alle nostre Forze dell’Ordine”, seguito dall’hashtag più celebre e identitario di tutti: #PrimaGliItaliani. Più che un post, un vero e proprio manifesto che rappresenta il concentrato del salvinismo pop e patriottardo.
Il messaggio è sempre lo stesso: l’orgoglio italico. La differenza a livello di comunicazione è sostanziale: se su Facebook, Twitter e in larga parte anche su Instagram fa leva e cavalca un “sentiment” sovranista e nazionalista ampiamente diffuso, su Tik Tok Salvini è nelle vesti di creatore e anticipatore di quel messaggio. La Bestia non sta strizzando l’occhio alla destra ultraconservatrice. Sta facendo di più, e oltre: sta creando in vitro la destra ultraconservatrice di domani.
Per essere ancora più chiari e diretti. Salvini non è semplicemente sbarcato su un nuovo social network. Si sta preparando a creare, allevare e profilare la nuova classe politica ed elettorale di domani: milioni di ragazzi che saranno pronti e imbevuti di slogan e idee sovraniste esattamente per il giorno in cui per la prima volta saranno chiamati a votare. Il tutto mentre l’intera sinistra resta a guardare, perdendosi nell’ennesima battaglia di principio attorno all’ombelico di idee, programmi e valori che nessuno capisce più.
Se oggi siamo di fronte a un’avanzata spaventosa dell’ultradestra in Italia e in Europa, quella di domani potrebbe assomigliare di più a un regime democratico costruito sulla rete. Il primo laboratorio politico sovranista interamente nato e concepito sui social. Il giorno in cui accadrà, se proprio volete una data simbolo, potete provare con l’11 novembre 2019: il giorno in cui Matteo Salvini è sbarcato su Tik Tok. Sembra l’incipit di un romanzo distopico e spaventoso, e invece è la realtà. Ed è solo l’inizio.