E invece, caro Salvini, festeggeremo il 25 aprile ancora di più, ancora più forte. Lo festeggeremo con la consapevolezza che ricordare sia il primo passo per non compiere gli errori del passato e per non ricadere negli orrori che hanno segnato la fase più buia della nostra storia. Lo passeremo ricordandoci anche che in questi ultimi anni continuiamo ad assistere ai turpi tentativi di riabilitare quell’onda nera che ha infangato l’Italia e festeggerei la Liberazione ricordandoci anche il tuo ruolo in tutto questo.
Senza farci annebbiare dalla pandemia sanitaria, ci ricorderemo come sia accaduto che molti dei malinconici fascisti che inneggiavano di nascosto al Duce nella loro cameretta in questi ultimi anni si siano sentiti sdoganati dai tuoi occhiolini, dal tuo dare di gomito, tu che insisti nel giochetto facile (e misero) di contrapporre fascisti a antifascisti senza ricordare che i contrario del fascismo è la democrazia.
Festeggeremo questo 25 aprile per ricordare quello che è stato e quello che ancora abbiamo sotto agli occhi: la ferocia che in questi ultimi anni è stata rovesciata contro gli ultimi, i disperati e contro i deboli, quella stessa ferocia che tu, caro Salvini, hai usato per incendiare il Paese in cambio di un po’ di consenso elettorale senza renderti conto che alla fine tutta questa bile ti sta tornando indietro. E resisteremo, caro ex ministro dell’Interno, anche alle basse provocazioni di chi ha bisogno di svilire la Resistenza e la Liberazione perché non è abbastanza alto per poterla guardare negli occhi.
Resisteremo alle provocazioni della nipote di Mussolini che dell’essere nipote ha fatto una professione politica, resisteremo alle provocazioni di antichi fascisti ormai caduti in disuso e che si sporgono per farsi notare calpestando i partigiani e resisteremo anche al tuo tentativo di banalizzare le radici di questo Paese. Finché il 25 aprile avrà degli avvoltoi che pasteggiano sulla sua memoria significa che c’è ancora da resistere, in forme diverse, a chi crede che siano concetti sorpassati la libertà e la democrazia. Caro Salvini, anche quest’anno hai urlacciato e ti sei fatto notare ma alla fine verrai ricacciato indietro. Sono quasi ottant’anni che da queste parti è una cosa terribilmente seria, la democrazia. Ora puoi metterti a lavorare tranquillo, sereno, a cercare la prossima provocazione.
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