Reddito di cittadinanza flop: i numeri del fallimento
Il reddito di cittadinanza, misura “bandiera” del Movimento 5 Stelle, definita da Beppe Grillo come una manovra finanziaria “straordinaria”, a un anno dalla sua emanazione può essere definitivamente dichiarata una misura fallimentare. I dati comunicati da Anpal sono inequivocabili: a fronte di circa 900mila nuclei familiari coinvolti, e 2,2 milioni di beneficiari, le persone che hanno trovato lavoro sono 18mila. Lo 0,8 per cento.
Non solo, nella finanziaria 2020, l’importo allocato per il reddito di cittadinanza è pari a 7.127 miliardi di euro (Open Data del Ministero dell’Economia e delle Finanze), una cifra pari a tre volte l’intero importo stanziato per la tutela e la promozione dei beni culturali, sette volte i contributi alle attività di ricerca degli enti pubblici e privati, ed equivale all’intero importo stanziato come finanziamento delle università statali.
I promotori del reddito di cittadinanza non avevano però solo intenzione di creare opportunità di lavoro (che effettivamente non sono state create), ma anche il desiderio di “abolire la povertà”. Eppure le stime di crescita per l’Italia continuano ad essere molto ridotte, e nel 2020 aumenteranno sensibilmente i costi di servizi e prodotti essenziali, che, secondo una stima dell’Osservatorio nazionale di Federconsumatori, rappresenteranno un incremento di circa 630 euro a famiglia.
Il contesto economico italiano non sembra quindi aver recepito positivamente la misura voluta dal Movimento 5 Stelle, d’altronde gli intenti del Governo che lo promosse sembrarono subito più orientati a favorire la promozione del consenso politico, piuttosto che a rispondere a reali esigenze di contrasto alla povertà.
L’economia politica è, per sua definizione, una scienza sociale che dovrebbe occuparsi dei metodi con cui l’uomo usa poche risorse per soddisfare molte esigenze, per questo le buone intenzione di partenza non possono rappresentare alcuna attenuante rispetto agli errori macroscopici prodotti dalla misura: spesa pubblica, incentivo inverso alla produttività, danno alla reputazione internazionale.
Ad oggi il reddito di cittadinanza si presenta come un provvedimento inefficace, improduttivo ed estremamente costoso, e chi ne promuove l’abolizione, anche all’interno dello stesso Governo, ha evidentemente identificato l’unico risultato occupazionale che ha avuto questa misura: aver dato lavoro a 3mila navigator. Rigorosamente a costo pubblico.