Anche “Fantastico” è diviso dal vaccino. Avremmo mai immaginato di assistere ad un duello (a distanza) sulla virologia tra Raffaella Carrà ed Heater Parisi? Ovviamente no. Eppure questo scontro fra regine della prima serata, molto più serio di quanto non possa sembrare, ci spiega a suo modo come sia diventato nazionalpopolare il braccio di ferro sulla campagna vaccinale anti-Covid.
E ci dice quanto siano radicati nelle viscere di questo paese i sentimenti contrastanti a cui le due prime donne si sono fatte interpreti. Da un lato, dunque, c’è il noto proclama anti-vaccino pronunciato tre giorni fa da Heater Parisi: “Né io e né la mia famiglia faremo il vaccino contro il Covid”. Dall’altro ci sono le parole pronunciate ieri dalla Raffa più nota d’Italia, che sono una risposta perfetta alle mille Parisi che in queste ore dubitano: “Io, quando toccherà a me, il vaccino lo farò sicuramente”.
Heater Parisi dà voce a una minoranza rumorosa, che spesso dubita a bassa voce, ma che oppone resistenza alla campagna. La Carrà si aggrappa al buonsenso dei fatti, che troppo spesso viene oscurato dalla grancassa di una propaganda ufficiale troppo algida e fredda. Io consiglierei al governo, di adottare questa linea: meno minacce, più buonsenso. Sentite infatti cosa aggiunge la Carrà, per motivare la sua adesione: “Ho visto troppe persone, anche amici, che hanno sofferto tantissimo per combattere il Covid. Allora – si è chiesta la showgirl più famosa d’Italia – non è meglio vaccinarsi? Così recupero la libertà di uscire, di viaggiare, di tornare a vivere”.
Semplice, comprensibile e chiaro. Ma in questo ragionamento quasi didascalico, a mio parere, c’è qualcosa di più di quello che ci hanno detto fino ad oggi. In queste ore, probabilmente, tra i tanti che sparano invettive e proclami sulla necessità di aderire ad una campagna vaccinale, pochi usano queste decisive argomentazioni. Non è per un tetro e autoritario senso del dovere, che ci dobbiamo vaccinare, e nemmeno per una imposizione. Dobbiamo farlo, come dice la Carrà, “Per recuperare la nostra libertà”.
E così fa bene la showgirl a spiegare che la pratica della vaccino restituisce a tutti la loro vita precedente, mentre il rifiuto del vaccino è una illusione di libertà che mantiene in piedi – per tutti – l’inferno delle misure restrittive. Difficile immaginare, dunque, un terreno in cui è più chiara è visibile la differenza tra responsabilità sociale ed egoismo dell’individuo.
Il duello tutto nazionalpopolare tra Raffa e la Parisi ci chiarisce definitivamente che questo è un dibattito molto più politico di quanto non possa sembrare a prima vista. E ci volevano due showgirl, per spiegare che la questione non si pone in termini coercitivi, o burocratici o prettamente propagandistici.
In tutta Europa le nazioni serie – vedi la Germania – fanno a gara per procacciarsi dosi. Perché nei paesi moderni è chiaro a tutti che la sfida è recuperare al più presto le libertà perdute. In questo singolare medio-evo social che talvolta è l’Italia, invece, tutto viene trasformato in ideologia, superstizione, chiacchiera da bar.
La Parisi (di cui abbiamo già scritto) pretende di avere nozioni scientifiche sui vaccini, e persino superiori a quelle di chi ha la responsabilità di regolare la sanità pubblica: “Questo è solo un vaccino sperimentale”, assicura dal suo buen retiro di Hong Kong. La Carrà indica un obiettivo e spiega il motivo per cui a tutto noi conviene perseguirlo. Perché ci sono un tempo e un luogo in cui l’illusione della libertà dei singoli diventa un ostacolo alla libertà di tutti: ed è quello in cui ci troviamo ora. Averlo reso chiaro: questo sì che è Fantastico.
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