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    Quelli che oggi vogliono il Draghi bis sono gli stessi che non lo hanno eletto al Colle

    Di Guido Crosetto
    Pubblicato il 20 Lug. 2022 alle 19:55 Aggiornato il 20 Lug. 2022 alle 20:24

    Quelli che oggi vogliono il Draghi bis sono gli stessi che non lo hanno eletto al Colle (di G. Crosetto)

    Tutti quelli che in questi giorni si stanno sbracciando per difendere Mario Draghi, dicendo che il premier è indispensabile e che senza di lui al governo il Paese crollerà, sono gli stessi che hanno fatto di tutto perché non venisse eletto presidente della Repubblica. Ma se Draghi è così fondamentale per il Paese, perché non farlo eleggere al Colle con la garanzia di averlo per sette anni, e non per pochi mesi in un clima pre-elettorale come quello che stiamo vivendo adesso? La cosa mi colpisce e mi fa pensare che a loro, e cioè a tutto il Pd, agli stessi di Forza Italia e a Italia Viva, che hanno fatto di tutto per non mandare Draghi al Quirinale, di Draghi in realtà non importa nulla. Anche nell’attuale crisi politica l’unica cosa a cui questi partiti sono interessati è non andare al voto, perché probabilmente sarebbero ridimensionati politicamente, spazzati fuori, e non potrebbero gestire nulla di quello che ci sarà da gestire nei prossimi mesi.

    Hanno ostacolato la strada di Draghi verso il Quirinale con l’obiettivo di non far cadere il governo, a prescindere da Mattarella, perché questo avrebbe comportato il rischio di elezioni, ora allo stesso modo devono evitare il voto e quindi: “Draghi forever”. Lo fanno cercando di dire che esiste una maggioranza Draghi, che addirittura esiste il partito di Draghi, come ha fatto oggi Bruno Tabacci in un’intervista a La Stampa, in cui ha candidato il premier alla guida dei progressisti. Tutti loro sembrano disperati che cercano di mantenere viva la speranza di una poltrona in futuro, e stanno usando Draghi solo per salvarsi. Ma commettono un errore gravissimo se ritengono, come ritengo io, che sia una riserva dello Stato. Al premier non vanno messe magliette e loro ogni giorno cercano di appiccicargli la loro, di usarlo per salvare qualche sedia in più.

    Sicuramente la stabilità che invocano è necessaria, ma lo sarà anche tra sei mesi. Dire che oggi ci troviamo in una situazione drammatica è una forzatura, non perché non sia così, ma perché tra sei mesi sarà peggio. E lo sanno tutti. Se la situazione drammatica di oggi giustifica il non voto, anche quella più drammatica che si creerà a marzo richiederà di non andare alle urne? Pensano di abolire le elezioni? La consapevolezza che tra sei mesi ci troveremo in un contesto peggiore dovrebbe invece spingere una politica responsabile a rinnovare la composizione delle Camere in modo da formare un Parlamento che abbia davanti cinque anni. Poi è legittimo candidare Draghi, ma è inaccettabile combattere le elezioni e guardarle come se fossero un momento di pericolo. La costituzione non si tira fuori quando fa comodo, e questa è una Repubblica parlamentare.

    L’unica che vuole le elezioni e parla di democrazia e rispetto delle istituzioni è Giorgia Meloni, a cui tutti hanno sempre rimproverato di essere appassionata dell’uomo forte al comando. Poi c’è il M5S, ma Conte non ha votato la fiducia e ha innescato la crisi perché non aveva paura di andare al voto. A lui non importava che quel 30 per cento di eletti sarebbe stato spazzato via: gli interessava solo portare i suoi uomini in Parlamento e far fuori i dimaiani, che andando alle elezioni oggi non prenderebbero un seggio, perché Di Maio non avrebbe il tempo di fare un partito. Invece l’ex premier sarebbe riuscito a recuperare almeno un 9, 10 per cento. Detto questo, lasciare il M5S all’opposizione sarebbe una follia per Lega e Forza Italia. Se Fratelli d’Italia ha fatto opposizione in modo serio, Conte e il M5S ci starebbero senza ritegno, decenza, rispetto istituzionale: sarebbe il caos. I partiti al governo non reggerebbero questo impatto. E di fronte a una simile situazione anche Fratelli d’Italia sarebbe costretta a peggiorare la sua.

    Alla fine con un’opposizione simile, andando incontro a tempi drammatici, con una finanziaria difficilissima da approvare, dove può andare questa maggioranza? Da nessuna parte. Tutti i leader politici lo sanno, ma il governo senza M5S lo faranno lo stesso perché ad alcuni basta comprare otto mesi di sopravvivenza, perché in ballo c’è questo maledetto Pnrr, e c’è gente che pensa di gestirne i soldi.

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