I partiti sembra abbiano finalmente capito una cosa che andiamo scrivendo da tempo: Mario Draghi al Quirinale ci vuole andare eccome, è il suo vero obiettivo sin da quando ha deciso di accettare l’incarico del Capo dello Stato Mattarella per governare il Paese ma se il suo desiderio non dovesse essere soddisfatto è prontissimo a rimettere il mandato nelle mani del futuro Capo dello Stato e a tornarsene dai suoi amati cani a Città della Pieve (d’altra parte come potrebbero i partiti che lo hanno bocciato per il Quirinale un secondo dopo chiedergli di restare, come nulla fosse, a Palazzo Chigi? “Se non vado bene per il Colle allora non vado bene nemmeno per Palazzo Chigi” sarebbe il ragionamento del premier).
I partiti sono avvertiti: prima di fare mirabolanti ipotesi su Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023 o addirittura oltre, farebbero meglio a parlarne con il diretto interessato che non ha nessuna voglia di finire nel tritacarne politico dell’anno che porta alle elezioni.
Oltretutto, alla stregua di un Capo di Stato, nemmeno super Mario ama essere tirato per la giacchetta. Un motivo in più per essere prudenti. Tanto più che già ci sono state le prime avvisaglie di quello che potrebbe accadere. Parliamo del ddl Zan che, oltre a spaventare il centrosinistra per via dei franchi tiratori in vista della grande partita del Quirinale, ha lasciato allibito anche il premier e i suoi consiglieri di palazzo: “Ecco cosa ci potrebbe aspettare nei prossimi mesi” il ragionamento fatto. Insomma, la paura è di giocarsi un’intera carriera finendo in balia delle smanie dei partiti di ogni ordine e risma.
L’ex presidente BCE, da par suo, pur di salire al Colle, starebbe anche ragionando sul fatto che, a ridosso delle elezione per il Quirinale, potrebbe mandare un “messaggio” rassicurante sul fatto che non scioglierà le Camere qualora fosse eletto presidente della Repubblica. E che anzi un gesto del genere sarebbe dannoso per il paese perché le urne bloccherebbero la crescita e il Pnrr. Parole dolcissime per i peones di ogni schieramento.