Raramente si erano viste tante persone chiedere lo scioglimento o quanto meno una pesante operazione di cosmesi nei confronti di un partito come in questi giorni sta avvenendo col Partito Democratico. Il dato che più colpisce è come ad avanzare tali richieste siano molto spesso persone che del PD non hanno mai fatto parte o che nell’arco della sua breve ma intensa storia vi hanno transitato salvo poi fare altre scelte.
Se davvero il PD è arrivato a un livello così irrecuperabile, viene da chiedersi dove fossero queste persone nei lunghi anni che hanno portato alla situazione attuale, bella o brutta che sia. Viene anche da chiedersi cosa interessi a chi del PD mai ha fatto parte quale sia la sorte di tale partito nel prossimo futuro.
Perché possiamo chiamare questo atteggiamento come vogliamo, analisi ad essere buoni, ingerenza ad essere più severi, ma è un dato di fatto che pur uscendo ammaccato dalla sconfitta il partito guidato da Enrico Letta è stato votato dalla bellezza di oltre cinque milioni di persone e si è assestato come seconda lista più votata dietro Fratelli d’Italia con il 19 per cento dei consensi. Un risultato magro, certo, ma che ne fa il maggior partito di opposizione e che, percentuali alla mano, non è nemmeno il peggiore della sua storia.
Gli elettori italiani, tuttavia, non sono bestiame al pascolo, ma persone che consapevolmente, vuoi con entusiasmo o vuoi col naso turato, hanno fatto una scelta consapevole nella cabina elettorale. Se il PD ha avuto un problema nell’ultima tornata, è stato nei contenuti in primis, ma che senso avrebbe distruggere o camuffare tale contenitore se i contenuti e la classe politica dovessero rimanere gli stessi? Gli elettori, dicevamo, non sono bestiame al pascolo, e non si farebbero ingannare da un freddo rebranding. Se però, invece del contenitore, a cambiare fossero i contenuti e il modo di comunicarli, toccando un numero di italiani più ampio, allora si accorgerebbero che è inutile cercare in laboratorio la formula dell’oro quando la miniera la hanno già dentro casa.
Il fatto è che il contenitore PD, pur con tutti i suoi limiti, ha un pregio: è per sua natura il perno del centrosinistra, nel senso più allargato del termine, in Italia. Qualsiasi alleanza non può esistere se non passa dal PD, si tratti di un campo largo o più omogeneo. Ed è per questo che sia Azione e Italia Viva che i Cinque Stelle cercano con i Dem un rapporto più esclusivo possibile. Ma se dal Nazareno non arriva uno scatto d’orgoglio né sui programmi, né sul perimetro del centrosinistra, ecco le voci di chi il PD lo vede come un intralcio rischiano di farsi forza.