Chissà se un giorno troveremo la lucidità e il coraggio di dirci che più danni di qualche squinternato no vax o del becero complottismo li ha causati il paternalismo schizofrenico dei governi e delle loro decisioni per combattere il virus.
L’ultima è la scelta del governo di rendere il green pass italiano un po’ più pass degli altri introducendo l’obbligo di tampone negativo per chi entra in Italia anche da un Paese europeo. Che l’Ue se la sia presa era prevedibile ed è in linea con gli accordi che erano stati presi in quella sede ma ciò che tocca registrare ancora una volta è che la decisione viene presa senza nessun principio di proporzionalità, come continua ad accadere.
Il governo si era impegnato con l’Ue a non introdurre limiti ulteriori rispetto alla certificazione verde per far entrare persone da Stati membri, a meno che la nostra situazione interna non fosse peggiorata, non è difficile capire che proprio questo governo di “europeisti” (lo ripetono talmente spesso da averne perfino svuotato il significato) abbia violato le regole europee.
Ma c’è un altro punto sostanziale che vale la pena sottolineare (anche questo per l’ennesima volta): la comunicazione continua a essere insopportabilmente paternalistica, confusa, incoerente e per questo è un ottimo assist per quegli stessi no green pass che si vorrebbe convincere.
Vale la pena ricordare che il green pass è solo l’ultimo dei provvedimenti che è stato annunciato come risolutivo e che invece si è mostrato poi non del tutto efficace per tornare a una bozza di normalità. È vero, una pandemia non è prevedibile e le sue evoluzioni sono spesso inattese ma sicuramente una maggiore cautela nelle parole (e magari anche una maggiore chiarezza sugli obiettivi che ogni singolo provvedimento si propone di perseguire) avrebbe infuso più fiducia e avrebbe dato l’idea di una reazione più organica e seria agli accadimenti.
Se davvero i virologi che inondano le trasmissioni televisive vogliono assumersi la responsabilità di essere dei divulgatori perché non ripensano alla leggerezza con cui hanno dato per “risolutiva” la prima dose di vaccino, poi hanno ripetuto lo stesso errore con la seconda e ora insistono con la terza senza contenersi nella cautela che spetta a ogni buon comunicatore?
Perché perfino Draghi in una conferenza stampa ha compiuto la leggerezza di definire i vaccinati come «persone non contagiose» prestando al fianco ai rimestatori che non aspettavano altro per smentirlo e quindi per mettere in discussione perfino la credibilità di tutta la comunità politica e scientifica?
Perché dopo tutti questi mesi siamo ancora ad applaudire lo sceriffo De Luca che ordina l’obbligo di bere solo acqua per strada e non ci si indigna per la mancanza di indicazioni semplici e chiare sulla ventilazione dei posti chiusi? Perché ad esempio si insiste a ritenere la scuola uno dei luoghi più sicuri e non si è mai intervenuti per garantire la corretta ventilazione che l’Oms predica da mesi?
A proposito di Oms, nei giorni scorsi l’Organizzazione ha detto chiaramente che «i vaccini da soli non faranno uscire nessun Paese da questa crisi. Non saranno i vaccini invece delle mascherine, del distanziamento, della ventilazione o dell’igiene delle mani. Bisogna fare tutto. Farlo in modo coerente. Farlo bene». Qualcuno nota le discrepanze rispetto a un certo giubilo affrettato?
Per affrontare seriamente una pandemia così complessa bisogna essere seri. Non basta essere certificati come “migliori”. E la sciatteria di certa comunicazione non è colpa dei no vax e non ha niente a che vedere con loro. In compenso è una loro ottima alleata.
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