In questa fine dell’estate, il sottoscritto, e forse anche i giovani colleghi di TPI, ci stiamo comportando come se Matteo Renzi avesse già preso il potere in Italia e ci costringesse a obbedire alle regole ferree del bullismo italico.
Il bullismo deriva da bullo e il vecchio Pansa è stato il primo ad affibbiare al “senatore di Firenze” la qualifica di Bullo e talvolta di Super Bullo, quando si comportava in modo davvero indecente.
Ebbene il Bullo non è ancora al potere e forse non ci arriverà se molti di noi non si faranno incantare dai suoi giochi di prestigio. E avranno ben chiari nella mente i suoi difetti che adesso provvederò a rammentare.
Prima di tutto il Bullo è un bugiardo. Quasi tutti i politici lo sono, sia pure in misura diversa. Ma il vizio di mentire è nel Bullo al massimo grado. Ve lo ricordate quando disse a Letta: “Enrico stai sereno”. E lo invitò a lavorare in pace a Palazzo Chigi. Due mesi dopo il Bullo affossava il governo di Enrico Letta e si sedeva al suo posto sullo scranno più importante in Italia.
Il secondo difetto del Bullo è di fregarsene delle conseguenze delle proprie azioni. Lo si è visto un’altra volta qualche settimana fa quando ha provocato una delle scissioni che rendono debole la sinistra e aiutano la destra a diventare sempre più forte.
Matteo Renzi l’ha fatto perché è una quinta colonna della reazione? Non credo, dal momento che il Bullo è di per sé il destrone più pericoloso della casta politica nazionale. Quale sarà il risultato della scissione lo vedremo tra qualche settimana alla festa della Leopolda, il meeting annuale in quel di Firenze.
Quando facevo il cronista politico ci sono stato una volta sola. E mi sono reso conto che il Bullo era circondato da una schiera di belle donne, molto più giovani e sexy di quelle che s’incontravano alle Feste nazionali dell’Unità.
Ma per il resto non ho imparato nulla di nuovo. Vedremo quest’anno. Il Bullo si è inventato un partito. E faremo il conto di quante saranno le ragazze nuove.
Se ci saranno in abbondanza, il Bullo potrebbe prestarne un paio al governo Conte 2. Il nostro premier è circondato da una truppa quasi tutta maschile. Purtroppo per lui, non ha capito che le donne stanno conquistando posizioni di potere sempre più importanti e numerose.
Se dobbiamo prestar fede a un indicatore sensibile come la carta stampata, già oggi è impossibile non vedere che la maggior parte degli articoli sono firmati da giornaliste. E prima o poi il gentil sesso conquisterà molte posizioni di potere: il direttore, il condirettore, il redattore capo.
La sinistra tradizionale, e qui il discorso vale anche per i Cinque Stelle, non si è ancora resa conto di questa svolta storica. Il Parolaio Giallo, ossia Luigi Di Maio, il numero uno degli eredi di Grillo e oggi ministro degli Esteri, ha l’aspetto del monaco buddista con la testa rapata.
Per converso, al ministero dell’Interno si è installata una signora che mi ricorda la mia vecchia prof di greco e mi ripeteva:”Pansa, Pansa, non diventerai mai uno studioso dell’antichità!”.
Sulla questione eterna a proposito del sesso che dovrebbe comandare, invece il Bullo ha battuto tutti gli avversari. A cominciare dal segretario del Partito Democratico, il povero Nicola Zingaretti che ha ceduto tutto il fascino che possedeva al fratello attore, famoso in tivù come il commissario Montalbano.
Infatti il Renzi, non appena fondata la sua nuova parrocchia, si è affrettato a dichiarare che il suo partito sarà il più femminista dell’intero arco politico italiano. Non credo che siano parole a vuoto. In “Italia Viva” le donne saranno tante.
Il Bullo ne ha già arruolate due. Una è la solita Maria Elena Boschi, che viene ritenuta l’amica storica di Matteo Renzi. L’altra è la cicciosa Teresa Bellanova.
Guidate dal Bullo faranno vedere i sorci verdi agli avversari. Dunque, cari amici vicini e lontani preparatevi a osservare un terremoto che cambierà il volto della politica nostrana. In meglio o in peggio? Neppure il Bullo lo sa.