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    “Le mascherine da oggi nelle farmacie lombarde”: presidente Fontana, perché ci prende in giro?

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 6 Apr. 2020 alle 09:23 Aggiornato il 6 Apr. 2020 alle 09:25

    Chissà che ne dicono il presidente Fontana, il baldanzoso assessore Gallera e la sicumera dell’assessore Foroni per cui la Lombardia “è un modello da imitare per la gestione dell’emergenza”. Questa volta la critica non è chiacchiericcio di governo e nemmeno la guerra tra partiti di maggioranza e di opposizione ma arriva su un documento ufficiale firmato dalla Federazione degli Ordini della Lombardia, Conferservizi e Federfarma Lombardia e inviata all’assemblea regionale Federfarma, alle associazioni provinciali titolari di farmacie in Lombardia e all’Ordine dei farmacisti lombardo.

    Si legge: “In relazione alle voce diffuse oggi dell’imminente distribuzione delle mascherine nelle farmacie (le voci sono in sostanza la dichiarazione ufficiale del presidente della Lombardia Attilio Fontana, badate bene nda) si informa che le stesse saranno disponibili in farmacia non prima di fine settimana prossima”. Sdeng.

    In sostanza il presidente Fontana si è affrettato a firmare un’ordinanza che è inattuabile per l’assenza della materia prima: c’è l’obbligo di indossare la mascherina ma evidentemente l’amministrazione pubblica non sente l’obbligo di renderle disponibili. Non solo: Fontana ha spudoratamente mentito quando ha detto che le mascherine sarebbero state disponibili nelle farmacie e a farglielo notare sono le farmacie stesse. Ecco svelato l’arcano delle sciarpe e dei foulard che possono essere usate in sostituzione: per aggirare una lacuna nella gestione (e quindi non essere attaccabile legalmente) il governo lombardo ha deciso di aggiungere la possibilità di coprirsi un indumento per sostituire qualcosa che non c’è.

    È il perfetto seguito di una saga, quella sulle mascherine in Lombardia, che inizia con quei 4 milioni che sarebbero dovute arrivare entro il 27 febbraio se non fosse che la Regione ha sbagliato l’ordine facendo riferimento a un ordine sbagliato.

    Prendiamo la Toscana, per fare un esempio: il presidente Rossi si è detto d’accordo sull’utilizzo obbligatorio delle mascherine ma ha precisato che prima fornirà gratuitamente i cittadini e poi firmerà la delibera. Semplice. Lineare. Esattamente l’opposto di quello che avviene in Lombardia. E a dircelo sono i farmacisti. Serve altro?

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