Che poi sono quelli che ripetono dappertutto che “non bisogna regalare voti a Salvini” dimenticandosi di averlo creato loro, Salvini, portandolo al governo mentre era relegato a macchietta della politica italiana nel circo ristretto dei sovranisti senza spessore: 14 europarlamentari del M5s hanno deciso di astenersi ieri sulla risoluzione al Parlamento Europeo di ‘Socialisti&Democratici’, Liberali (Renew Europe), Verdi e sinistra del Gue che chiedeva chiarezza sui porti aperti alle ong e che prendeva finalmente posizione contro un’assurda criminalizzazione di chi salva vite in mare.
Gli eurodeputati del M5s avevano già lanciato un segnale preciso scrivendo un emendamento che chiedeva rispetto delle “convenzioni internazionali e tutte le regole applicabili al caso” per chiedere che venissero rispettate le norme dei Decreti Sicurezza (sì, sì, proprio quelli di Salvini, quelle schifezze lì) ma ieri hanno dato il meglio di sé contribuendo all’affossamento della risoluzione che infatti non è passata per appena due voti: 290 no contro 288 sì (astenuti 36, tra cui anche i 14 europarlamentari del Movimento Cinque Stelle).
La grillina Laura Ferrara ci ha spiegato in un’intervista che il loro emendamento aveva un senso preciso: “Vogliamo rifarci a quelle che sono le normative internazionali in materia, le convenzioni internazionali e le leggi nazionali applicabili ai diversi casi. Questo è ciò che deve rappresentare la bussola per le operazioni di sbarco dei migranti”, ha detto.
C’è poco spazio per le spiegazioni: quell’emendamento è nei fatti una presa di posizione contro Carola Rackete e a sostegno delle decisioni di Salvini. E, infatti, quando i Liberali hanno presentato un nuovo emendamento che specificava l’apertura dei porti “alle navi delle ong che hanno effettuato operazioni di salvataggio e intendono far sbarcare i passeggeri” il M5S si è sfilato. Fine. Nonostante ancora oggi i grillini insistano che siano tutte “invenzioni giornalistiche”.
Rimane però un fatto sostanziale: la caduta di quella risoluzione è un grande regalo a Salvini e ai sovranisti europei, come al solito per inseguire quel tentennamento di chi finge di essere un po’ di qua e un po’ di là per la paura di perdere voti mentre intanto li sta perdendo per davvero.
“Regalare voti a Salvini” è il risultato di chi insiste nel volere accarezzare il suo elettorato senza rendersi conto che nessuno dei votanti della Lega si accontenterebbe mai del bordino tiepido di chi prova a imitarlo. Non è un caso che parte di quell’elettorato si stia spingendo addirittura verso Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia. E invece si continua così. Si insiste nel “regalare voti a Salvini”. Appunto.