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    La legge contro l’omofobia? Serve proprio perché c’è chi non la vuole

    Credit: Pixabay
    Di Fabio Salamida
    Pubblicato il 2 Lug. 2020 alle 13:48

    La legge contro l’omofobia? Serve proprio perché c’è chi non la vuole

    “Non c’è un pestaggio più grave rispetto a un altro, a questo punto presentiamo un bel disegno di legge contro l’eterofobia, perché non c’è differenza se vengo preso a schiaffi io o un altro”. In questa ennesima perla del leader della Lega e del centrodestra, Matteo Salvini, emerge tutta l’ostilità della destra italiana verso una norma che contrasti le discriminazioni e le violenze per orientamento sessuale, una delle piaghe che da sempre affliggono il Paese.

    La verità è che se l’Italia fosse un Paese civile non ci sarebbe neanche bisogno di una legge come quella presentata dal deputato Alessandro Zan (Pd), una legge che sanzioni i comportamenti violenti motivati dall’odio di genere. Se l’Italia fosse un Paese civile personaggi come il senatore Simone Pillon o le associazioni che difendono la cosiddetta “famiglia tradizionale” sarebbero residuale coreografia, come i balli in costume alle sagre dei borghi medievali. Invece sono punti fermi di un partito che punta a governare.

    Se l’Italia fosse un Paese civile nessun politico evocherebbe una sorta di “libertà di discriminare”, bollando come “censura” o “bavaglio” una norma che condanna chi ferisce con parole e atti violenti altri esseri umani; nessun politico utilizzerebbe il termine eterofobia per ridicolizzare quella norma, opponendo ad essa argomentazioni profonde quanto lo “gne gne gne” di un bambino di otto anni.

    L’eterofobia non esiste perché in nessun Paese del mondo si finisce in galera o si viene ammazzati perché eterosessuali. Non esiste perché nessuna ragazza o nessun ragazzo eterosessuale subisce atti di bullismo tra i banchi di scuola o per strada. Non esiste perché nessuno storce lo sguardo vedendo un uomo e una donna che si baciano all’aperto. Non esiste perché in nessuna famiglia un padre e una madre manderebbero mai il proprio figlio o la propria figlia eterosessuale da uno psicologo per “correggere” qualcosa e mai li caccerebbero di casa, non esiste perché nessuno è costretto a provare vergogna perché eterosessuale.

    Eterofobia è l’ennesima parola falsa e vigliacca buttata lì, in pasto a quella folla urlante che ha bisogno di sfogare la sua rabbia, le sue frustrazioni e i suoi fallimenti su bersagli semplici e possibilmente fragili. Se non ci fosse chi ha bisogno di discriminare – perché sulla discriminazione fonda parte del suo consenso – in Italia non ci sarebbe bisogno di una legge contro l’omofobia. Invece, purtroppo, in Italia una legge contro l’omofobia serve. Serve tantissimo.

    Leggi anche: Legge contro l’omotransfobia: cosa prevede e perché fa discutere

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