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    Pubblica sicurezza, troppi episodi di “malalegalità”: ora Lamorgese cambi la classe dirigente

    Luciana Lamorgese Credits: Ansa
    Di Filippo Bertolami
    Pubblicato il 14 Lug. 2020 alle 08:05 Aggiornato il 15 Lug. 2020 alle 14:53

    Fa bene la Ministra dell’interno Lamorgese ad evocare il cosiddetto ‘autunno caldo’ per gli effetti post Covid-19 che, a settembre-ottobre, andranno a sovrapporsi alla già dilagante crisi economico-sociale che negli ultimi anni ha attanagliato il nostro Paese, ma anche gran parte dell’Europa. Fa bene pure a lanciare l’allarme, sia per i reiterati attacchi alle Forze dell’ordine da parte di frange estremistiche di destra e sinistra, sia per le minacce anarco-insurrezionaliste, ma anche per il preoccupante stato di pre-rivolta delle masse indebolite a causa delle conseguenze nefaste del lungo lockdown, ciò che peraltro ricorda molto il clima di avversione all’Ancien Régime antefatto della Rivoluzione francese o anche solo dell’assalto ai forni all’epoca della peste a Milano.

    La Ministra giustamente ha evidenziato un problema cruciale che non è solo di ordine e sicurezza pubblica della piazza tout court, bensì di tenuta delle istituzioni, soprattutto a fronte di una pletora di delinquenti variamente distribuiti e organizzati sul territorio, agguerriti e purtroppo evidentemente più credibili nel risolvere in concreto le criticità lamentate dai cittadini (casa, liquidità, lavoro, sicurezza, ecc.), rispetto ad una classe dirigente in oggettiva difficoltà che, in effetti, impedisce di prevenire efficacemente l’infiltrazione mafiosa nel tessuto, non solo socio-economico reale, ma sempre più spesso anche istituzionale; come ad esempio nella gestione dell’immigrazione/accoglienza, che proprio in questi giorni si sta trasformando in una vera e propria emergenza sanitaria ed economico-sociale, peraltro occasione di tensione con gli altri paesi dell’Unione europea.

    Ma la Ministra farebbe bene anche a guardare in casa propria, provvedendo a riorganizzare, ricambiare e risanare una classe dirigente dell’Amministrazione della pubblica sicurezza che dipende da lei e che, negli ultimi anni, oltre a dover subire la cronica scarsità di risorse e i continui cambi di fronte dei governanti di turno, appare purtroppo sempre più coinvolta nella ‘malalegalità’, con un centinaio tra prefetti, questori, dirigenti e funzionari del Ministero dell’interno che nel tempo sono stati condannati, arrestati, imputati o indagati per gravi reati (associazione a delinquere, corruzione, omissioni, falsi, rivelazione di notizie riservate, violenze – anche sessuali – abusi, depistaggi, truffe, peculati o illeciti erariali) e che sicuramente non sono di buon esempio, né per il personale che da loro dipende, né soprattutto per i cittadini che percepiscono sempre più negativamente le ‘devianze’ nelle istituzioni, in un crescendo di disagio e ribellismo quasi incontrollabile.

    Vediamo dunque come potrebbe agire in modo efficace la Ministra e in base a quali norme, per prepararsi all’‘autunno caldo’ con a disposizione una classe dirigente più credibile/affidabile. Innanzitutto, anziché aspettare passivamente come una manna dal cielo i sospirati finanziamenti europei senza condizioni, da distribuire a pioggia e a costo zero per stemperare gli animi dei cittadini sempre più deboli o le ingordigie della criminalità organizzata, la Ministra dovrebbe prima monitorare lo status quo della sua classe dirigente a partire dai casi ormai ‘storici’ o più clamorosi come le torture del G8 di Genova, il sequestro Shalabayeva, il pestaggio Gugliotta, il pluriomicida Calderini, il sistema Montante, il default di Piazza San Carlo, la strage di Rigopiano, in cui gli alti dirigenti responsabili sono stati, in gran parte, promossi o rimasti impuniti in carriera, anche nonostante il passaggio in giudicato delle sentenze di condanna.

    Peraltro negli ultimi anni, oltre alla ‘mala-immigrazione’ tanto attuale soprattutto in epoca di Covid-19, sono emersi da nord a sud casi di devianza talmente conclamata e continuata, che non è certo necessario attendere il terzo grado di giudizio per prendere necessari provvedimenti affinché la gestione della pubblica sicurezza, in questo momento tanto delicato, venga sottratta a chi è anche solo sospettato di gravi reati, visto che dalle sue decisioni dipende il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini e dei doveri inderogabili, da parte di chi rappresenta le istituzioni, soprattutto in casi di poteri speciali in capo all’Esecutivo.

    Non è stato sufficiente, in alcuni casi, rimuovere gli alti dirigenti coinvolti dalle ormai scomode poltrone, magari parcheggiandoli in uffici cosiddetti ‘defilati’ in attesa che passi la bufera mediatico-giudiziaria – nell’Amministrazione della pubblica sicurezza ogni ufficio ha una funzione direttamente o indirettamente collegata all’uso della forza pubblica e/o alle dinamiche socio-economiche sul territorio – ma neanche averli posti nella cosiddetta disponibilità, per non svolgere alcuna prestazione lavorativa con il privilegio dello stipendio pieno a carico dei cittadini. Mentre sarebbe molto più incisivo, contemperando la necessaria cristallinità della governance, con il diritto alla difesa di chi è incardinato in carriere a rischio per definizione, se la Ministra in base a quanto previsto dal “Testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato” (DPR 3/1957), applicasse a quegli alti dirigenti in attesa di giudizio gli istituti del comando temporaneo presso altre amministrazioni (art.56) o nei casi più gravi la sospensione cautelare per gravi motivi (art.92) a metà dello stipendio (art.82), così risparmiando pure sui privilegi di cui gode tuttora quest’asserita élite.

    Per cogliere la gravità del contesto che richiederebbe questi tempestivi provvedimenti, non è necessario rivelare notizie riservate delle indagini in corso, i cui esiti staranno forse facendo tremare i polsi a qualcuno, anche in vista del preannunciato terremoto giudiziario legato al caso Palamara e alle connivenze tra magistrati, politici e vertici delle istituzioni, che potrebbe avere il redde rationem proprio durante il cosiddetto ‘autunno caldo’. Basterà invece solo scorrere le notizie dei giornali per rendersi conto che il fenomeno è già sotto gli occhi dell’opinione pubblica e rappresenta solo la punta di un iceberg in rotta di collisione con un sistema che, non solo non riesce più a controllare l’informazione – prima in gran parte centralizzata nella stampa dei quotidiani e periodici ‘cartacei’ oggi invece diffusa sui social-media – ma soprattutto non riesce più a mantenere sicuro il territorio, adesso anche dal punto di vista sanitario (basti pensare alle mancate zone rosse a Nembro e Alzano, ai nuovi focolai a Roma per gli arrivi dal Bangladesh o allo sbarco di Roccella Jonica).

    Per dare la dimensione reale del contesto, ecco la cronologia delle notizie più eclatanti emerse negli ultimi anni, facilmente rintracciabili da chiunque sul web, con particolare attenzione a quelle relative alla ‘mala-immigrazione’, da porre all’ordine del giorno di maggioranza e opposizione, anche in vista della preannunciata delicata riforma dei decreti sicurezza:

    – Roma, pestaggio Gugliotta – 1 anno e 3 mesi al vicequestore che firmò l’arresto (26 gennaio 2017)

    – Savona, ‘mala-immigrazione’ – Arrestato viceprefetto e dirigente della Prefettura per corruzione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata ai danni dello Stato, rivelazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso (7 febbraio 2017)

    – Roma – Indagati tre prefetti e un dirigente del Ministero dell’interno per la ‘sparizione’ di 10 milioni di euro (21 aprile 2017)

    – Oristano – Arrestati due funzionari della prefettura per falso e turbativa d’asta (27 maggio 2017)

    – Milano, pluriomicida Calderini – Stato condannato a 2 milioni di euro di danni per la condanna del vicequestore a 1 anno, 10 mesi per omicidio colposo e 750.000 euro di spese legali (30 giugno 2017)

    – Reggio Calabria – Arrestato viceprefetto per violenza sessuale su tre donne (2 luglio 2017)

    – Genova, torture G8 – Ai vertici dell’antimafia un condannato per la ‘macelleria messicana’ alla scuola Diaz (24 dicembre 2017)

    – Torino, default in Piazza San Carlo – Nominato prefetto il questore indagato per omicidio colposo (27 dicembre 2017 ) (NB – era già stato condannato quando era Questore di Venezia – 31 dicembre 2016)

    – Genova, torture G8 – Portò le molotov nella scuola Diaz ora comanda il centro operativo della polizia stradale del Lazio (29 dicembre 2017)

    – Agrigento – Indagato per corruzione il prefetto (17 gennaio 2018)

    – Vercelli – Sospeso dall’autorità giudiziaria il prefetto per abusi (16 marzo 2018)

    – Torre del Greco – Indagato per danno erariale il commissario prefettizio (20 marzo 2018)

    – Caltanissetta, caso Montante – Indagato vicequestore della polizia di frontiera di Fiumicino (16 maggio 2018)

    – Isola d’Elba – Arrestato viceprefetto reggente: “ordinò bomba per vendetta” (31 maggio 2018)

    – Catania – Condannato dalla Corte dei conti dirigente della Polizia di Stato già capo centro della DIA, poi vicario della Questura di Ragusa (31 maggio 2018) (NB – per gli stessi fatti è stato indagato per falso e truffa)

    – Benevento, ‘mala-immigrazione’ – Centri pattumiera, latte annacquato e business dei migranti. Arrestati anche un funzionario della Prefettura per truffa ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio” (21 giugno 2018 )

    – Cosenza – Questore di Roma condannato dopo la denuncia sporta dal sindacato di Polizia (6 luglio 2018)

    – Torino, default di piazza San Carlo – Dirigente di polizia già indagato per il defaut di piazza San Carlo, è stato anche condannato per abuso in atti d’ufficio (18 settembre 2018)

    – Padova, mala-immigrazione – Indagati un prefetto e due viceprefetti per frode nelle pubbliche forniture fino alla truffa (28 settembre 2018)

    – Savona, mala-immigrazione – Arrestato viceprefetto: biglietti della Juve in cambio di permessi facili (NB – per un’analoga accusa un anno fa era finito in manette il suo predecessore) (6 novembre 2018)

    – Roma, sequestro Shalabayeva – Rinviati a giudizio per sequestro di persona, falso, omissioni e abuso d’ufficio i questori di Palermo e Rimini e il capo della Squadra mobile di Bologna (16 novembre 2018)

    – Venezia, mala-immigrazione – Indagati il Prefetto di Venezia e l’ex di Treviso, per associazione a delinquere e truffa (12 gennaio 2019)

    – Rimini – Ex Questore di Pesaro indagato per istigazione o induzione indebita a dare o promettere utilità (29 gennaio 2019)

    – Genova, torture G8 – Alti dirigenti responsabili delle violenze alla Scuola Diaz e delle false prove condannati dalla Corte dei conti a rimborsare tre milioni (15 marzo 2019)

    – Reggio Calabria – Viceprefetto condannato a 1 anno e 6 mesi per violenza sessuale (20 marzo 2019)

    – Milano – Indagata per peculato l’ex dirigente delle volanti, l’indagine scaturita dal caso Montante (25 marzo 2019) (NB – era stata già indagata per uso di soldi sequestrati) (21 marzo 2019)

    – Roma – Arrestato l’ex Questore di Firenze per associazione a delinquere finalizzata alla frode assicurativa, alla simulazione di reato e alla truffa (26 marzo 2019)

    – Pescara, strage di Rigopiano – Prefetto indagato per depistaggio (18 aprile 2019)

    – Livorno – Viceprefetto condannato a 4 anni e 8 mesi per evasione fiscale e frode (3 maggio 2019)

    – Caltanissetta, caso Montante – Questore di Vibo Valentia condannato a 1 anno e 4 mesi per rivelazione di notizie riservate (11 maggio 2019)

    – Caltanissetta – Indagato dirigente della Questura di Perugia per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico (3 luglio 2019)

    – Genova – Indagato per falso e peculato vicequestore vicario della Questura di Alessandria e per falso vicequestore del Reparto mobile di Bolzaneto (31 agosto 2019)

    – Genova – Dirigente della polizia ferroviaria della Liguria indagato per falso e peculato (18 settembre 2019)

    – Palermo, caso Montante – Questore di Roma indagato per rivelazione di notizie riservate (29 settembre 2019)

    – Cassino – Week-end e traslochi con l’auto della Polizia, condannato vicequestore a 1 anno per peculato (24 ottobre 2019)

    – Cosenza – Arrestato per corruzione il Prefetto (3 gennaio 2020)

    – Firenze – Prefetto di Imperia (già Questore di Firenze) indagato per omicidio colposo (22 gennaio 2020)

    – Pescara, strage di Rigopiano – Indagato per calunnia l’ex capo della Squadra mobile della Questura di Pescara (12 giugno 2020)

    – Benevento, mala-immigrazione – Truffa accoglienza migranti, rinvio a giudizio per tutti gli indagati, compreso il funzionario della Prefettura (13 luglio 2020).

    Leggi anche: 1. Zona rossa in Val Seriana, Conte e Fontana sono penalmente perseguibili. Lo dice la legge  / 2. Chi decide sulle zone rosse? La legge dice che su Alzano e Nembro hanno torto sia Conte sia Fontana 

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