ReiThera è stato fino a giugno l’esperimento per la scoperta di un vaccino anche in Italia con risultati certificati che parlano chiaro: chi si è sottoposto al test ora ha una quantità di anticorpi rilevante. E tanti anticorpi vuol dire aver acquistato un grado di protezione per sé e verso gli altri sufficiente a permettere uno stile di vita uguale a chi si è vaccinato con Pfizer o Moderna. E invece che fa lo Stato italiano? Come le ringrazia le 900 “cavie” che con coraggio e senso di altruismo si sono messe al servizio della scienza? Nega loro il Green Pass.
In una circolare del ministero della Salute la carta verde è concessa solo a chi si è immunizzato con i vaccini riconosciuti dall’Ema, tra cui non è presente quello made in Italy. Una cosa che viene difficile da spiegare e che avrà delle inevitabili conseguenze, perché sono i precedenti a determinare i comportamenti futuri.
Sarà ancora così facile di fronte a un’altra emergenza che richiederà altri volontari, trovare persone disposte a essere trattate in questo modo? Il ministero della Salute italiana equipara nei fatti chi ha fatto ReiThera a un no vax. E da domani con l’introduzione obbligatoria del Green Pass in molti esercizi commerciali oltre che per i viaggi a lunga percorrenza, “le cavie” dovranno esibire tamponi rapidi continui per non vedersi chiudere le porte in faccia. Davvero un bel modo di far sentire la gratitudine del Paese a chi ha rischiato di suo per il bene della collettività e non rappresenta in alcun modo un rischio per la stessa.