Povero Salvini: ci manca solo che dopo tutta questa fatica per fare il partito unico gli piazzino Giancarlo Giorgetti come candidato premier nel 2023. Già, perché è proprio questo il timore che comincia a serpeggiare dalle parti del Capitano leghista ovvero che Silvio Berlusconi non lo voglia vedere presidente del Consiglio (così come non lo vedrebbe bene Gianni Letta) e che al momento opportuno dopo essersi caricato tutta Forza Italia sulle spalle, il sire di Arcore gli chieda il lasciapassare per Giorgetti premier a Palazzo Chigi, uomo decisamente più gradito di quanto non lo sia mai stato Salvini ma soprattutto apprezzatissimo Oltretevere (chiedere a Santa Marta, please, dove il buon Matteo non è mai riuscito nemmeno ad avere una photo opportunity da mettere su Facebook) e cosa ancora più importante apprezzatissimo da colui che potrebbe essere il prossimo presidente della Repubblica e quindi conferirgli l’eventuale incarico di governo, Mario Draghi.
Per farla breve Salvini comincia a sospettare che la fusione “fredda e in fretta” serva solo a lasciarlo relegato al partito (ancorché unico) vita natural durante senza mai fargli assaporare l’ebbrezza del potere vero, quello della presidenza del Consiglio. Perché poi, in Forza Italia, il Cavalier Berlusconi sta già stilando il cronoprogramma della nuova “federazione” che ad un certo punto dovrebbe partire anche senza Giorgia Meloni.
La start up è prevista dopo le comunali di ottobre quando si comincerà a ragionare sulla stesura di un manifesto e ci si dedicherà ad un maggior coordinamento parlamentare tra le forze del centrodestra di governo ma la fase fondamentale sarà nell’estate del prossimo anno: ad Arcore stanno persino ipotizzando di tenere un’assise fondativa del nuovo partito. Giusto in tempo per preparare la volata in vista delle elezioni del 2023.
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