Siamo solo al secondo giorno di Festival e le occhiaie sono tipo quelle di Sanders che da due giorni non dorme per cercare di capire se ha vinto in Iowa. Poco importa. Quando il trash chiama bisogna rispondere sempre presenti e, smaltiti i traumi psicologici generati dalla performance sacro-burlesque di Achille Lauro, toccava ad un’altra concorrente il nobile compito di prenderci per mano e portarci sulle massime vette del degrado culturale.
“Dai Elettra, siamo ai tuoi piumatissimi piedi. Sali su quel palco e facci dimenticare anche solo per 2 minuti Fiorello vestito da Maria De Filippi”, questo è stato il mio unico pensiero nel vederla scendere le scale dell’Ariston. Sarebbe bastato pochissimo per conquistarci tutti. Con la musica? Macché, in quella non ci ho mai sperato. Sapevo benissimo che dal punto di vista artistico ci stava aspettando qualcosa a metà strada tra l’atroce e le unghie strusciate sulla lavagna.
Quello che cercavamo era un po’ di sana di imprevedibilità. Qualcuno che, proprio come Achille, riuscisse a ricordarci che l’anno è il 2020 e che di Massimo Ranieri che continua a “perdere l’amore” invece che la voce, francamente, non se ne può più. Niente da fare. L’Elettra nazionale non solo si è presentata con un pezzo talmente brutto che ha fatto immediatamente rivalutare scempi della musica mondiale come Obsesion degli Aventura o Chihuahua di Dj Bobo, ma ha poi fatto cosa ben peggiore: si è fatta “Sanremizzare”.
Io che da lei mi sarei aspettato quanto meno un completo trasparente leopardato con borchie fluorescenti, avevo già iniziato a covare più di qualche sospetto nel vederla comparire vestita della versione invernale del tutù perlinato di Achille Lauro. I miei sospetti erano fondati. Per la durata di tutta l’esibizione, Miss Lamborghini è sembrata lontanissima parente di quella bomba di spontaneità caciarona di cui ci eravamo un po’ tutti innamorati durante la scorsa stagione di The Voice.
Impacciata, a suo agio quanto Marilyn Manson al Venerdì Santo e con un accenno di “Twerk” finale che se l’avesse visto Nicki Minaj sarebbe salita sul palco con il lanciafiamme. Peccato.
Nel pomeriggio aveva twittato “Mi sto cacando addosso” e noi vecchi nostalgici abbiamo subito sperato che si trattasse di una citazione della grande Iva Zanicchi. Gridare “non ce la faccio più” ed espletare in diretta come mossa anti-sistema, ma niente da fare: Elettra serva dei poteri forti. Ridateci l’Elettra di Pem Pem.
Ah, dimenticavo. Durante l’esibizione, la regia della Rai si è più volte soffermata su alcuni membri dell’orchestra intenti ad eseguire quel popò di capolavoro. Ecco, la prossima volta che provate lo scellerato impulso di lamentarvi del vostro lavoro, ricordatevi che ci sono dei poveretti in Liguria che si sono frantumati l’anima a colpi di solfeggio per arrivare ad accompagnare versi del calibro di: “Innamorata di un altro cabrón Esta es la historia de un amor”. Musica e il resto scompare. Purtroppo anche il mio telecomando.