Ormai si sprecano le richieste, ma ora siamo alle invocazioni vere e proprie, a Mario Draghi affinché rimanga inchiodato alla poltrona di Palazzo Chigi. Ma l’ex presidente BCE, spiega chi ha avuto modo di sondare gli umori, ha altre idee per il suo futuro: vuole andare al Quirinale e a tal proposito sta per cominciare la sua personalissima “campagna elettorale”.
Utilizzerà infatti gli incontri previsti con i partiti politici sulla legge di bilancio per iniziare a mettere nero su bianco la sua volontà di salire al Colle. Non per niente gli incontri inizialmente dovevano essere presieduti solamente dal ministro dell’Economia Daniele Franco ma poi a Palazzo Chigi hanno deciso che sarebbe stato meglio avere anche il presidente del Consiglio, proprio per dare un’impronta più politica agli incontri e cominciare a toccare, seppur fuori sacco, il tema Quirinale.
Non per niente i partiti, ben sapendo la piega che prenderanno i faccia a faccia, in queste ore stanno sparando tutte le loro cartucce a favore della permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023. Ed è un profluvio di dichiarazioni a cominciare da quella odierna di Silvio Berlusconi che parlando ovviamente “pro domo sua” (il Cavaliere in cuor suo spera di essere lui il prossimo “uomo del Colle” tanto da aver chiesto una mano ai suoi antichi sodali Denis Verdini e Marcello Dell’Utri) l’ha ribadito a chiare lettere: “Saremo i primi a collaborare lealmente all’attività di questo governo, che deve rimanere in carica per tutto il tempo necessario, fino al 2023, fin quando saremo usciti dall’emergenza. Allora si potrà tornare alla naturale alternanza fra due schieramenti in competizione fra loro”.
Anche la variante Omicron che sta arrivando in Europa rischia di diventare un “grande elettore” del prossimo presidente della Repubblica. Conseguentemente i piani di Letta, Salvini, Conte e Meloni, quattro che sostanzialmente hanno già dato luce verde all’ascesa di Draghi al Quirinale (anche se ufficialmente non lo ammetteranno mai) si fanno di ora in ora più tortuosi.
L’ascesa di super Mario al Colle, infatti, per motivi diversi, può mettere insieme praticamente tutti i leader, soprattutto per la naturale conseguenza del voto anticipato nel ‘22. Una convenienza per Letta e Meloni, che i sondaggi danno in ascesa, ma una convenienza anche per Salvini e Conte che frenerebbero così la discesa. Senza pensare poi che Letta, Salvini e Conte potrebbero fare un bel repulisti all’interno dei propri partiti da tutti gli avversari. E ne hanno molti. Ma l’ingresso prepotente della pericolosa variante sudafricana potrebbe scompaginare i giochi costringendo, in nome dell’emergenza, Sergio Mattarella a restare al Colle.