Oggi è il D-Day: lo stato di emergenza proseguirà fino al prossimo 31 marzo. Nei partiti che sostengono la maggioranza si è ormai stratificata la posizione sulla necessità di conservare lo status speciale in funzione dei contagi in aumento, a causa della variante Omicron, che sta mettendo in allarme scienza e politica nell’immediata vigilia delle festività natalizie.
La scelta di Mario Draghi, però, è di procedere per step, evitando così strappi, soprattutto con il centrodestra. Tecnicamente, il Consiglio dei ministri dovrà varare un nuovo provvedimento che supera i decreti del precedente governo (che hanno validità solo fino al prossimo 31 gennaio), concedendo dunque un “extra-time” fino a giugno 2022. Ma nelle intenzioni che filtrano da Palazzo Chigi, ci sarebbe comunque la volontà di effettuare una verifica a metà percorso, dunque entro la fine del mese di marzo.
Il tema del prolungamento o meno dello stato d’emergenza, ovviamente andrà ad impattare anche sulla corsa per il Colle e molti sono già pronti a scommettere che l’odierno prolungamento possa stoppare la corsa di Mario Draghi verso il Quirinale.
“Niente di più sbagliato” spiega una fonte istituzionale molto accreditata “perché in realtà il mini prolungamento dello Stato d’emergenza avrà un solo effetto concreto: quello di impedire le elezioni anticipate”.
Per questo, anziché sfavorire l’eventuale ascesa di Draghi al Colle il prolungamento dello Stato d’emergenza proprio nelle settimane cruciali delle elezioni del Quirinale finirà per favorirlo togliendo ogni possibilità di ricorso al voto anticipato. Tranquillizzando così i peones di ogni grado e risma.
La mossa studiata a tavolino Palazzo Chigi è molto “sottile” (è stato infatti volutamente evitato il prolungamento lungo di un altro anno che avrebbe fornito ragioni a chi vuole inchiodare Draghi a Palazzo Chigi fino al ’23) e servirà soprattutto per prevenire il ricorso anticipato alle urne in caso di ascesa dell’ex presidente BCE al Quirinale, visto che numeri alla mano l’Italia sta messa molto meglio di tanti altri Paesi dal punto di vista della pandemia.
Per avere la conferma di ciò basta guardare alle date: Sergio Mattarella starà al Quirinale fino al 3 febbraio. Poi, se Mario Draghi dovesse andare al Colle, ci vorrà almeno un mese prima che posso insediarsi alla presidenza della Repubblica. Ed è proprio durante tutto questo periodo che interviene lo stato d’emergenza: un modo per blindare il Paese ed evitare pericolose fughe in avanti da parte delle forze politiche che potrebbero far precipitare la situazione e portare ad elezioni anticipate.
Da qui l’idea della mini proroga che nelle intenzioni del “palazzo” dovrà servire a far salire con più tranquillità Mario Draghi al Quirinale evitando inutili scossoni al Paese.