Al Quirinale stavolta è scattato l’allarme: la Lamorgese non basta più. Il Colle ha deciso di rompere il silenzio e tenere alta la “pressione” perché “non devono esserci tentennamenti ne cedimenti” ora che cominciano a sorgere i primi veri problemi per il governo Draghi, soprattutto adesso che ci si avvicina inesorabilmente alla “madre di tutte le battaglie”, quella per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica e le forze centrifughe inevitabilmente aumenteranno.
Insomma, ci voleva Sergio Mattarella per far capire a tutti che l’aria è cambiata e che non sono ammesse distrazioni. E questo vale per per tutti, per i comuni mortali come per i leader di partito che non smettono di fare capricci. In puro stile democristiano ha “parlato a nuora affinché suocera intenda”.
I problemi per il Quirinale sono essenzialmente due: 1. la nuova avanzata dei contagi che rischia di mettere a repentaglio la ripresa del Paese (in ambienti del deep state già si comincia a parlare di possibili pesanti chiusure nei prossimi mesi) con il conseguente possibile rallentamento dell’approvazione dei piani utili all’acquisizione dei fondi europei (Pnrr) e la ripresa dei dissidi interni alla maggioranza di governo, fatti e situazioni già ampiamente stigmatizzati anche durante l'”epopea” del Conte.
2. Al Quirinale non vogliono assolutamente rivedere un film già visto perché stavolta le conseguenze potrebbero essere ben peggiori. Da qui la “stretta” sul Viminale; non per niente poco dopo venivano emanati dei provvedimenti ad hoc sulle manifestazioni di piazza dei no vax.
Ma con la sua uscita il capo dello Stato ha voluto anche dare una mano a Mario Draghi, mai in difficoltà come in queste ultime settimane. Un modo per ricordare a tutti che non è questo il momento di “disturbare il manovratore” dato che è impegnato in passaggi delicatissimi come quello dell’approvazione della legge di bilancio. Parole come pietre che, come spiegano da Palazzo Chigi, hanno visto il vivo apprezzamento dell’ex presidente BCE, mai come in questa fase bisognoso dell’aiuto del Quirinale.
Non per niente la manovra di bilancio è arrivata in Parlamento all’ultimo minuto: non si è trattato di un caso o del solito destino “cinico e baro” ma di una mossa studiata a tavolino dal governo per tentare di tamponare le ormai tante, troppe divaricazione tra partiti. Insomma, meno ci mettono bocca e meglio è.