Nella vicenda relativa alla scomparsa di Denise Pipitone che da qualche mese ha guadagnato di nuovo la ribalta delle cronache si è aperto un nuovo fronte, ovvero la forte polemica a distanza tra la famiglia della bambina scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004 e il conduttore della trasmissione televisiva “Quarto Grado” e “Quarto Grado – Le storie” Gianluigi Nuzzi.
Questi i fatti: dal mese di febbraio tutti i programmi che trattano di cronaca ricominciano a interessarsi della vicenda a causa della di Olesya Rostova, la ragazza russa che non ricorda nulla del proprio passato e che in base a certe rassomiglianze potrebbe essere la bambina di quattro anni sparita nel nulla il 1°settembre 2004 mentre giocava davanti alla propria abitazione; come noto, in un grande tripudio mediatico sulla ragazza viene effettuata la prova genetica che smentisce qualsiasi legame con il caso italiano mentre si riaccende la curiosità dei media nazionali.
Anche la fortunata trasmissione di Retequattro che si occupa di cronaca si dedica al tema come altre ma, se nella puntata del 17 aprile 2021 riesce ad avere come ospiti la madre della bambina Piera Maggio e lo storico legale della famiglia Giacomo Frazzitta, qualcosa in seguito deve essersi spezzato in termini di rapporti tra le parti, con un livello di insofferenza tale che la madre della bambina con un messaggio sui social del 21 giugno confermato in successive dichiarazioni televisive diffida il conduttore Gianluigi Nuzzi e l’opinionista della trasmissione Carmelo Abbate affinché non parlino più della vicenda perché, a dire della donna, tratterebbero i fatti con toni che accusano lei di aver fomentato il rancore della sorellastra della bambina con la sua relazione extraconiugale da cui è nata Denise, per contro sono indulgenti con altri soggetti che avrebbero più di un elemento a carico almeno in termini di contraddizioni e sospetti.
I diretti interessati da par loro si difendono affermando che non ci sono giudizi morali ma solo elementi desunti dagli atti del processo che ha visto assolta in maniera definitiva Jessica Pulizzi; inoltre Nuzzi nel corso della puntata andata in onda il 25 giugno scorso, pur manifestando solidarietà a Piera Maggio ha rivendicato in quanto giornalista il diritto di esercitare il diritto di cronaca, diritto che non può essere limitato in nessun caso da una parte per quanto vittima e/o sofferente; di conseguenza la vicenda sarà trattata dalla trasmissione fin quando verrà reputato opportuno.
A chi scrive siano consentite alcune riflessioni alla luce di uno scontro senza precedenti tra la redazione di una trasmissione di c.d. infotainement e una donna che da quasi vent’anni chiede a gran voce la verità su quanto accaduto alla propria figlia. In altri termini, la signora Piera Maggio chiede troppo parandosi dietro l’inevitabile dolore che la vicenda porta con sé? Vuole una censura rispetto ad argomenti per lei scomodi? Ad avviso di chi scrive il punto non è questo ma perché ad un certo punto la trasmissione ha cambiato focus, operando una virata netta desumibile dal modo di trattare i fatti nelle diverse puntate via via succedutesi. Da qualche tempo il giornalista e opinionista fisso della trasmissione Carmelo Abbate difende con passione Jessica Pulizzi e Anna Corona, da sempre sospettate di aver avuto un ruolo importante nella vicenda; ha definito madre e figlia vittime di un processo mediatico che non meritano e tempo fa a precisa domanda del conduttore ha risposto che affiderebbe tranquillamente i suoi figli alla sig.ra Corona, attirandosi molte critiche riguardo l’opportunità di una tale affermazione.
Eppure Carmelo Abbate non ha parlato sempre così: sui social gira un frammento di una puntata del 30 aprile 2021 (recuperabile interamente sulla piattaforma Mediaset Infinity) in cui il giornalista siciliano mostra di avere forti dubbi sulle dichiarazioni rese da Anna Corona durante il processo a carico della figlia, inoltre si scaglia con veemenza contro una donna con cui la Corona ha avuto migliaia di contatti telefonici documentati poi scemati di colpo all’epoca della scomparsa della bambina, con il dettaglio di non poco conto che questa amica è diventata in seguito la moglie di un inquirente che si è occupato dell’indagine nelle fasi iniziali (Abbate nell’ultima puntata andata in onda ha dichiarato che non esistono forze di polizia corrotte). Nuzzi stesso nelle puntate primaverili si protendeva con veemenza alla telecamera chiedendo a chi sa la verità di rivelarla “perché c’è una mamma che deve sapere”, ora si rivolge a “Mamma Piera” chiedendo di non disturbare il conduttore perché il programma deve andare avanti.
Cosa è cambiato nel frattempo? Perché Carmelo Abbate continua a ricordare i traumi di una ragazza adolescente scioccata per la scoperta della relazione extraconiugale del padre e continua a ripetere che tuttavia questo elemento non costituisce un valido movente per il rapimento della sorellastra? Perché nel racconto della trasmissione e degli opinionisti vengono omessi i ripetuti e documentati episodi di persecuzione ai danni di Piera Maggio e della sua famiglia? Avrà forse avuto un qualche peso l’intervista concessa in esclusiva dalla sig.ra Anna Corona andata in onda durante la puntata del 7 maggio 2021, intervista che ha sollevato polemiche e qualche interrogativo per le dichiarazioni ed il modo di porsi della donna?
Tutte domande che piacerebbe rivolgere ai diretti interessati tuttavia quando qualcuno ci ha provato attraverso le pagine social personali e del programma ha rimediato solo silenzio se non il blocco dell’account; nelle ultime ore Nuzzi sta pubblicando sui social ancora messaggi in cui esprime stizza per non meglio precisate segnalazioni che andrebbero fatte solo alle autorità preposte mentre qualcuno autorizza altre trasmissioni e non la loro, è forse questo il problema? Peraltro la famiglia della bambina non ha un problema generale con le reti Mediaset, nei giorni scorsi Piera Maggio è stata ospite della trasmissione “Mattino Cinque” condotta da Federica Panicucci. Sta diventando una questione personale del conduttore e opinionista di una trasmissione nei confronti di una madre che chiede di sapere la verità sulla scomparsa della figlia?
Piacerebbe che Nuzzi e Abbate chiarissero alcuni degli interrogativi posti invece di usufruire delle funzionalità di blocco altrimenti, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato eccetera eccetera. Piera Maggio ha chiesto delle scuse che come abbiamo visto non sono arrivate; d’altronde parliamo di una trasmissione che ha reso pubblica una sorta di ammissione in poesia in base alla quale Stefano Binda è stato condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio dell’amica Lidia Macchi e poi assolto in appello e Cassazione quando è stato accertato che il documento non proveniva dall’accusato. A qualcuno risultano arrivate scuse al sig. Binda?
Leggi l'articolo originale su TPI.it