Cicliche e mai dissimili, le crisi di governo – negli ultimi dieci anni ce ne sono state sette – vanno assumendo sempre più i tratti della sceneggiata napoletana, riuscendo a collocarsi precisamente al centro tra il dramma e la burlesque. Il copione è sempre lo stesso: l’Italia responsabile! Quel Paese composto da valenti uomini delle istituzioni che rispondono alla costante emergenza politica del Parlamento, con iniziative di solidarietà nazionale, governi tecnici, governi dei migliori, governi super partes: tutto quello che è possibile schierare a patto di risolvere le infinite crisi di governo che si presentano più o meno ogni 2 anni.
L’unico garante del concetto alto di “responsabilità” dovrebbe essere Mattarella. Sua è la prerogativa di garantire stabilità e governabilità al Paese, nel costante rispetto della Costituzione e dei ruoli delle istituzioni. Con questo ovviamente non si vuole affermare che tutti coloro che ci rappresentano non debbano essere responsabili, ci mancherebbe. Piuttosto, sarebbe ora di smetterla con questa grottesca corsa mascherata alla responsabilità, a voler tutelare interessi altri e ben più banali obiettivi. Nelle crisi di Governo come questa, il Paese si riempie di piccoli Mattarella che, dalle ultime file degli scranni del Parlamento, agli scranni più alti dei Consigli regionali e comunali, ripetono in litania liturgica: “Dobbiamo rispondere con unità nazionale ed essere responsabili di fronte a un momento di grande crisi per il Paese”.
Sono tanti, tutti a ripetere le stesse frasi per giorni: ora il segretario, ora il giornalista, ora il Presidente di Regione. Infinite schiere di parlamentari e consiglieri e poi “giannizzeri, nani a stupir la tua corte”. Ebbene, tutto ciò è profondamente irresponsabile! È irresponsabile perché è ormai palese come la strategia della responsabilità sia strumentale ad altri fini – uno fra tutti quello di conservare la propria posizione fino a fine legislatura.
È irresponsabile perché la quasi totalità di questo Parlamento è stata a sua volta protagonista di ribaltoni e cambi di governo, per dichiararsi responsabile poi il giorno dopo, vedi Renzi e una parte importante del Partito Democratico con il Conte 2, Salvini e il Papete del Conte 1, la frase “Enrico stai sereno” nella precedente legislatura, per fermarmi ai primi che mi vengono in mente senza arrivare al mercato delle vacche di berlusconiana memoria. È irresponsabile continuare a implorare responsabilità in una litania infinita di dichiarazioni, perché così si sminuisce il ruolo del Presidente Mattarella, facendogli perdere autorevolezza e rischiando di affiancarlo a dinamiche che nulla hanno a che fare con la Presidenza della Repubblica.
È irresponsabile perché ogni giorno si alimenta un dibattito mediatico gonfiato e fasullo, soffiando sulla speculazione finanziaria, per poterla brandire quale arma per la stabilità dell’ennesimo governo d’emergenza nazionale. È irresponsabile soprattutto perché, cosi facendo da quasi un ventennio, si gettano ombre sulla politica in Italia, coltivando in maniera scellerata un astensionismo dilagante in ogni consultazione elettorale e un nuovo forte ritorno dell’antipolitica.
Nel giorno della sfiducia di Conte a Draghi, tra i pochi atti politici di questo governo, abbiamo visto l’altro volto dell’irresponsabilità, quello più pericoloso. Tutti i telegiornali hanno riportato notizie tendenziose, additando Conte di aver fatto cadere Draghi per la questione inceneritore di Roma, affermazione faziosa e palesemente falsa. Infatti questo punto non era contenuto nelle richieste che Conte ha avanzato a Draghi durante il recente incontro: nove quesiti in cui si ponevano di fatto le condizioni per rimanere nel governo.
Abbiamo visto l’irresponsabilità della stampa nazionale che ha acceso i fari sulla caduta della borsa del 3% e sulla risalita dello spread. La questione degli andamenti degli indici finanziari è un altro attore spesso determinante in questi passaggi. Si ricordi il passaggio Berlusconi-Tremonti con lo spread sopra i 500 punti base. Ora, si noti bene che la Borsa italiana in poco più di un mese ha perso circa il 20% del suo valore. Questo è accaduto dal 9 giugno ad oggi, sotto la direzione di Mario Draghi, nel periodo in cui lo stesso Presidente del Consiglio ha avuto la sua massima visibilità in tutti i vertici europei. Il motivo reale per cui la borsa è crollata – non solo in Italia – è l’annuncio della direttrice della BCE, Christine Lagarde, sull’aumento dei tassi e conseguente azzeramento del Quantitative Easing.
Un terremoto finanziario per il quale l’euro nei giorni scorsi ha toccato il suo minimo storico, scendendo per la prima volta sotto il valore del dollaro. Pertanto il calo del 3% nella giornata delle dimissioni di Draghi ha a che fare solo in parte con l’azione di crisi del governo. È da irresponsabili affermare che è colpa di Conte se le borse sono andate giù, altrimenti allo stesso modo potremmo dire che è colpa di Draghi il pesantissimo calo della borsa italiana negli ultimi 40 giorni.
Irresponsabile è gran parte della stampa italiana che si inserisce in dinamiche delicate per cambiare l’indirizzo degli eventi, non facendosi scrupolo di alimentare azioni di speculazione sul Paese, mettendo costantemente benzina sul fuoco di una situazione già delicata e potenzialmente esplosiva. L’ultimo irresponsabile è lo stesso Draghi. Con un’ingenuità e una presunzione pari al Renzi del periodo del referendum, ha commesso la scelleratezza di fare una telefonata a Grillo durante la quale ha chiesto di far fuori Conte. Ha dato copertura all’azione di spaccatura portata avanti da Di Maio nei confronti del suo stesso Movimento. Infine, ha affermato più volte che senza il M5S l’esperienza del governo sarebbe finita.
Ora, egli non è un politico qualsiasi, un qualsiasi segretario di partito che dopo mesi di dichiarazioni in un senso poi improvvisamente va nella direzione opposta. È l’ex presidente della BCE, uomo integro e unanimemente considerato il migliore. Come potrebbe sminuire le sue stesse parole rimangiandosi le dimissioni e entrando così a pieno titolo nella sceneggiata? Staremo a vedere. Resta il fatto che – come già detto da molti – il Re è nudo, e non può permettersi di tornare a governare con un’altra maggioranza senza inficiare in maniera indelebile la sua stessa autorevolezza.
A guardarsi allo specchio, pochi possono dirsi responsabili e dare patenti in questo senso. La politica è rappresentanza democratica del popolo che esprime tramite il voto precisi valori e programmi. Forse l’unico atto responsabile per antitesi l’ha fatto proprio Giuseppe Conte.
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