Covid, quel file del Ministero secretato: cittadini trattati come una mandria
Oggi sul Corriere della Sera, a firma di Monica Guerzoni, si leggono le dichiarazioni del direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, Andrea Urbani, che racconta che già a gennaio dal ministero è uscito un “piano nazionale dell’emergenza” per contrastare il Coronavirus. Il documento, si legge nell’articolo, “contiene tre scenari per l’Italia, uno dei quali troppo drammatico per essere divulgato senza scatenare il panico tra i cittadini. Per questo il piano è stato secretato”. Dice Urbani: “Già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio”.
L’intervista, passata molto sotto traccia, è piuttosto grave: un tecnico del governo ci dice, sostanzialmente, che tutta questa narrazione del cataclisma arrivato all’improvviso è stata solo un modo per indorare la pillola ai cittadini all’oscuro di tutto e ci conferma ancora una volta che gli italiani continuano a essere trattati come una masnada di ragazzini da tenere a bada e da confortare con false rassicurazioni.
Nel pezzo si cita anche una circolare del 5 gennaio inviata a regioni e ministeri (che ha come oggetto “polmonite da eziologia sconosciuta – Cina”) in cui la Direzione generale della prevenzione sanitaria riporta i sintomi clinici dei primi 44 casi di Wuhan e in cui si riportano le sbagliatissime raccomandazioni dell’Oms in quei giorni, secondo cui bisogna evitare “qualsiasi restrizione ai viaggi e al commercio con la Cina”. E qui torniamo su ciò che più infastidisce in questi tempi di quarantena da parte del governo. Ma è normale che una figura tecnica (e non un rappresentante del governo) rilasci dichiarazioni in cui si confessa di avere mentito ai cittadini per non creare panico con tanta leggerezza?
È normale che ancora oggi delle informazioni essenziali sui percorsi decisionali del recente passato escano come indiscrezioni? È normale che non ci sia discussione parlamentare su questo? Se il governo vuole godere di fiducia deve meritarsela e per meritarsela forse dovrebbe scrollarsi di dosso questo atteggiamento paternalistico che vede i cittadini come una mandria ubbidiente da portare al pascolo per i prossimi mesi. Qui non si tratta solo di salvarsi: c’è il diritto di sapere, capire, dibattere e valutare. Sarebbe il caso di non abusare della pazienza degli italiani e tornare al proprio ruolo: politici, non autorevoli padri di famiglia.
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