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    Dalla tv all’interrogazione in Regione: le domande a cui l’assessore Gallera deve rispondere

    Durante un acceso dibattito a "Quarta Repubblica", il responsabile del Welfare lombardo non ha risposto ai quesiti posti dal direttore di TPI Giulio Gambino, sulla base delle richieste del Comitato delle Vittime del Trivulzio. Il Pd in Regione ci prova con un documento scritto

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 21 Apr. 2020 alle 18:56

     

     

    Non accenna a placarsi la polemica su contagi e decessi al Pio Albergo Trivulzio. Nell‘intervista di ieri con TPI, Alessandro Azzoni (Portavoce del Comitato delle Vittime) ha affidato alla nostra testata una serie di domande da porgere ai livelli istituzionali lombardi, dai quali non riesce ad ottenere risposte. Quesiti per nulla trascurabili: “Noi vogliamo sapere i dati reali, perché li stiamo ricavando da una stima fatta dalle testimonianze ricevute! Abbiamo diritto a sapere i numeri ufficialmente dall’assessore Gallera. Ci deve dire se ad oggi la situazione è sotto controllo, se va tutto bene. Noi non aspettiamo altro che ci dia i dati: quanti sono i tamponi eseguiti? Quanti sono gli ospiti deceduti? Gli ospiti sani sono separati da quelli contagiati?”, ci ha detto Alessandro Azzoni.

    La sera stessa, TPI si è fatta tramite di questa istanza tramite il suo direttore Giulio Gambino che, ospite del programma tv Quarta Repubblica, in onda su Rete4, ha posto la stessa identica domanda all’assessore Gallera, ma il clima surriscaldato del dibattito e una poco tempestiva pausa pubblicitaria hanno chiuso il dialogo prima che Gallera potesse rispondere.

    Le domande, però, non sono eludibili, quindi  vengono riproposte con un atto formale nel Consiglio tegionale Lombardo. A firmarlo sono i consiglieri milanesi del Pd Fabio Pizzul, Carlo Borghetti, Pietro Bussolati, Carmela Rozza e Paola Bocci. Le tre domande sono chiarissime, come si legge nel documento.

    Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio regionale, afferma: “RSA lombarde, a ciascuno il suo: la Giunta regionale ha specifiche responsabilità. Fontana ha detto che sulle RSA ‘c’è una responsabilità delle ATS’ (in quanto deputate alla vigilanza), Gallera oggi ha detto che ‘altre Regioni hanno adottato la stessa strategia’, con riferimento entrambi all’invio di pazienti Covid positivi nelle RSA lombarde ai sensi della loro delibera dell’8 marzo. Entrambi sfuggono però da una responsabilità che è solo loro, e che nessuno ricorda: quella delibera non stabilisce cosa si intenda per ‘padiglioni separati’, e  la definizione degli standard strutturali e gestionali è squisita competenza della Regione!”.

    “In base a quali criteri (non definiti) avrebbero potuto le ATS lombarde fare la vigilanza sulle RSA per valutare se i padiglioni fossero ‘separati’? Bastava una porta? Servivano ingressi e percorsi distinti dagli altri reparti? Quali procedure doveva seguire il personale, non solo per i servizi sanitari, ma anche per quelli alberghieri? Tutto ciò non è specificato nella delibera dell’8 marzo, diversamente da quanto stabilito invece chiaramente dalla Regione Lazio, ad esempio. Dunque non scarichino da Palazzo Lombardia su ATS e RSA responsabilità che sono solo della Regione”.

    La sua collega Paola Bocci aggiunge:  “Sono vicina ai familiari delle persone ricoverate nella struttura residenziale per anziani del Pio Albergo Trivulzio , costituitisi in comitato, e agli operatori che lavorano nella struttura, dimenticati da Regione e lasciati soli ad affrontare una situazione che appare ogni giorno più grave. Così come in tante altre case di riposo lombarde, che vivono situazioni drammatiche, lasciando i familiari nell’incertezza e nello sgomento”.

    “Una situazione gravissima al Trivulzio , di cui ogni giorno abbiamo testimonianze, comune a tante altre strutture, sulle quali abbiamo chiesto l’attenzione di regione già dall’inizio del mese di marzo come Gruppo Pd Lombardia”, prosegue la consigliera regionale del gruppo Pd . “Abbiamo chiesto conto a Regione di ciò che accade, con domande che aspettano ancora risposte e chiarezza dai vertici. Così come ancora non c’è risposta alla denuncia dei familiari degli utenti del Pio Albergo Trivulzio, che 2mette in luce una ancora la continua decimazione del personale per malattia”. “Regione Lombardia che ha la titolarità della sicurezza sul lavoro e sulla tutela della salute, persevera nel silenzio. Confidiamo nella commissione d’inchiesta che farà il suo corso, e depositeremo interrogazioni a Giunta e Assessorato alla Sanità perché restituiscano con chiarezza la situazione ad oggi all’interno della struttura”.

    Sul tema si è espresso anche l’europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino: “Le indagini sul Pio Albergo Trivulzio porteranno a comprendere di più e meglio l’esistenza di eventuali illeciti compiuti nella storica Azienda di Servizi alla Persona di Milano. Tuttavia già oggi Regione Lombardia potrebbe, totalmente a prescindere dall’operato della Magistratura, provvedere a girare pagina nominando un Commissario o un nuovo Direttore Generale capace di garantire la ripresa della gestione durante l’emergenza e rispondendo immediatamente alla sacrosanta preoccupazione di tanti famigliari e di tanti lavoratori in relazione a come affrontare l’emergenza che si è venuta a creare. Un atto simile permetterebbe di tirare una riga in maniera nettissima portando maggiore serenità in un ambiente particolarmente turbato”.

    Auspichiamo veramente che l’assessore Gallera voglia rispondere a questi quesiti, posti dai cittadini e dai loro rappresentanti. Lo desideriamo perché il nostro mestiere consiste nell’appurare i fatti, obiettivo al quale si arriva solo facendo domande e verificando le risposte. Del suo invece fa parte dare conto del proprio operato, senza nascondersi dietro complotti o “invidie” che lasciano davvero stupefatti.

    Se ci si legge un intento speculativo o addirittura “manettaro”, come più volte Capezzone è parso evocare durante Quarta Repubblica, si è molto fuori strada. Lo si evince anche da quanto scritto su queste pagine in tempi non sospetti. Se si accerterà che tutto è stato fatto a regola d’arte e che le tante, troppe morti nella nostra Regione sono il frutto di una “sfiga” epidemiologica che ad oggi nessuno è stato in grado di spiegare, abbiamo il diritto di saperlo. E, in ogni caso, è dovere degli amministratori pubblici e di tutti i cittadini concorrere all’accertamento della verità, anche a tutela dell’onorabilità delle istituzioni stesse, ma soprattutto nell’interessa della salute pubblica.

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