Certamente non è il pasticcio più grosso che Regione Lombardia ha combinato in questa lunga ed estenuante emergenza sanitaria, anzi. Tuttavia, è piuttosto fastidioso. Il combinato disposto del Dpcm di Conte, che da lunedì 4 maggio liberalizza gli sport individuali anche lontano da casa, purché mantenendo due metri di distanza dagli altri, e della nuova ordinanza di Fontana, che conferma l’obbligo di mascherina ogni volta che un lombardo esce di casa produce un risultato chiaro: chi va a correre o ad allenarsi in bicicletta deve indossare la mascherina, cosa non solo fastidiosa, ma persino pericolosa per la salute.
Saranno molte le cose che dovremo discutere con chi ha amministrato la Lombardia, una volta fuori dal tunnel, ma almeno su questa piccola cosa speriamo si possa introdurre un correttivo di buon senso in corso d’opera. A meno che non si voglia ulteriormente vessare chi fa sport amatoriale e oltretutto senza alcuna utilità: a due metri di distanza dal prossimo la mascherina non serve. Almeno su questo, anche le più disparate interpretazioni degli scienziati paiono convergere.
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