Coronavirus bandiera italiana: mettiamo il tricolore tutti quanti esposto alle finestre delle nostre case
Coronavirus Bandiera Italiana, di Luca Telese – Mettiamo il tricolore alla finestra. Per coerenza, per necessità. Se abbiamo esposto la bandiera per una partita degli azzurri, o per un mondiale, a maggior ragione bisogna metterlo oggi, nel giorno in cui l’Italia è impegnata nella partita più importante è drammatica: la sfida contro il Coronavirus. Mettiamo il tricolore alle finestre perché è bello, soprattutto insieme all’inno.
Mettiamolo per mostrare che ci siamo, che non ci hanno silenziato, che non siamo spaventati e nascosti nei menarsi e nei tuguri. Mettiamo il tricolore alle finestre per farlo vedere al mondo. Mettiamolo alla faccia della Lagarde, mettiamolo alla faccia di chi cerca – come uno sciacallo – di approfittare della nostra disgrazia per divulgare stereotipi contro il nostro paese, per colpirci o ghettizzarci.
Mettiamolo per chi sta a casa, ma anche – e soprattutto – per tutti gli italiani che devono uscire di casa per far funzionare questo grande paese: per i postini, per i marinai, per i trasportatori, per i medici, per gli edicolanti, per i farmacisti, per i riders, per medici e infermieri, per gli operai delle fabbriche, per i bangla dei negozietti alimentari, per i lavoratori dell’informazione, per i bidelli che tengono in sicurezza le scuole. Mettiamolo per tutti quelli che sicuramente mi sono dimenticato.
Mettiamo questa bandiera alle finestre, perché mai come oggi deve sventolare in Europa. Mai come ora la devono vedere, in Europa. Mettiamola per ricordare a noi stessi e agli altri chi siamo: perché con tutti i nostri difetti, le nostre legittime paure, i nostri momenti difficili, noi siamo una cosa molto semplice nel mondo e nella storia: noi siamo gli italiani, noi siamo quelli del Piave e della Resistenza ai nazisti, e delle valige di cartone, siamo quelli di piazza Fontana e dei terremoti, noi siamo quelli che non li ammazzi mai.
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