Con il voto di fiducia Draghi vuole spaccare il centro destra
Cosa succede con il voto di fiducia di questa sera, dopo la mossa a sorpresa di Mario Draghi alla fine della sua replica al Senato? Bisogna ponderare bene le ultime parole dell’intervento dell’ex governatore, provare a capire gli effetti che questo strappo produce all’interno dei partiti.
Dice Draghi: “Il governo pone la fiducia sulla mozione Casini”. Cosa significa questo gesto? Semplice. Che il presidente del Consiglio non si dimette, ma chiede all’aula di votare a favore o contro di lui. Lo chiede a tutti i partiti, soprattutto a quelli divisi e in bilico. Quindi il premier, dopo aver fatto imbufalire ad arte i parlamentari del M5S con le battute sul reddito di cittadinanza e il super bonus (“É stato scritto male”, ha detto), adesso sfida il centrodestra di governo costringendolo a uscire allo scoperto: siete con Salvini o con me? Cosa voteranno Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini e Giancarlo Giorgetti, tanto per fare alcuni nomi? Il nuovo voto di fiducia (dopo quello della settimana scorsa, chiesto per dividere il M5S) è fatto per spaccare Forza Italia e Lega. O per inchiodare i parlamentari alle proprie responsabilità rispetto al governo. Impedendo loro di “nascondersi” dietro la rottura di Giuseppe Conte.
In entrambi i casi, sia se il centrodestra si spacca, sia se non lo fa, il grande partito di Draghi prende forma, sopra le macerie di tutti partiti che gli hanno tenuto testa. La vendetta dell’ex governatore.
“Forza Italia, Lega, UDC e Noi con l’Italia hanno accolto con grande stupore la decisione del presidente del Consiglio Mario Draghi di porre la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da un senatore – Pierferdinando Casini – eletto dalla sinistra”, ha detto oggi il centrodestra di governo in una nota ufficiale. “Il presidente Silvio Berlusconi questa mattina aveva comunicato personalmente al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al presidente del consiglio Mario Draghi la disponibilità del centrodestra di governo a sostenere la nascita di un esecutivo da lui guidato e fondato sul ‘nuovo patto’ che proprio Mario Draghi ha proposto in Parlamento. La nostra disponibilità è stata confermata e ufficializzata nella proposta di risoluzione presentata dal centrodestra di governo in Senato”.