Forse qualcuno dovrebbe battere un dito sulla spalla del super mega commissario straordinario Domenico Arcuri e fargli notare che no, non è andato tutto bene e non sta andando tutto bene. E non è una questione di responsabilità dei cittadini (che hanno fatto e stanno facendo la loro parte nella stragrande maggioranza dei casi, ce lo dicono i numeri) ma che oggi, 12 maggio 2020, a distanza di mesi dalla scoppio della pandemia, ci si ritrovi ancora di fronte alla difficoltà di reperire mascherine e reagenti per i tamponi forse è un problema che ha dei responsabili.
Partiamo dall’inizio: qualche giorno fa Arcuri tutto bello tronfio ci annunciava di essere pronto a spedire alle regioni 5 milioni di tamponi, peccato che il virologo Andrea Crisanti poco dopo puntualizzasse la realtà, raccontando che il kit dei tamponi fosse assolutamente incompleto mancando dei reagenti necessari per effettuare le analisi. “Cosa vuole dire 5 milioni di tamponi? Vuole dire due bastoncini con la garza assorbente per prendere il materiale dalla mucosa o sono tutti i reagenti che lo accompagnano?”, aveva commentato Crisanti, in collegamento con Corrado Formigli a Piazzapulita mentre in studio il viceministro Sileri (M5S) si chiudeva in un imbarazzato silenzio.
E così, pronti via, subito a correggere il tiro: “Faremo una richiesta di offerta per chiedere alle imprese italiane ed internazionali di darci il numero massimo di reagenti che ci servono a fare 5 milioni di tamponi, che abbiamo già acquisito, ai cittadini italiani”, ha detto il commissario all’emergenza sanitaria Domenico Arcuri al Tg1.
In difesa di Arcuri è accorsa anche la sottosegretaria alla salute Sandra Zampa: “In tutti i paesi Ue ci sono difficoltà di approvvigionamento. Ci sarà un bando di acquisto predisposto dalla Protezione Civile”, a dichiarato ospite della trasmissione Omnibus. Tutto bene? Non proprio. La lezione che arriva dal Veneto (dove proprio Crisanti è consulente del presidente Zaia) è che già dal 20 gennaio la regione si è mossa per produrre in casa i tamponi e tutto il materiale che serve. In sostanza il governo nazionale è in ritardo di quasi quattro mesi. Per non parlare poi del caos delle mascherine che continuano a essere introvabili e che continua a essere terreno di scontro con i farmacisti per il prezzo imposto. Commissario Arcuri, davvero sta andando tutto bene? Noi abbiamo fatto la nostra parte, lei?
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