Borrelli dà i numeri (e sbaglia). Meglio tacere (di Luca Telese)
Quando potremo uscire di nuovo? Quando riapre l’Italia? Angelo Borrelli non perde occasione di far danni su un tema delicato come la cosiddetta “fase due”. Tutto possiamo accettare, infatti, tranne un capo della Protezione civile che dà i numeri, e poi se li rimangia.
Intanto perché di questo tema – la riapertura – non ne deve parlare lui: non è il suo ruolo, non è il suo compito, non ha titolo per farlo. La decisione ultima sulla riapertura spetta alla politica, quindi al presidente del Consiglio, e lui casomai è chiamato ad eseguire. Soprattutto in un clima istituzionale già delicato, in cui il Parlamento viene troppo spesso saltato, questa non è materia per un funzionario che, preso dall’ebrezza del presenzialismo, pur parlando in diretta nazionale, se ne va ad esternare nei programmi radio della mattina.
Ma poi – di certo – di un tema tanto delicato non si parla in questi termini, affastellando messaggi vaghi, confusi e addirittura contraddittori. Borrelli, riferendosi alla riapertura ha parlato di 1 maggio, poi del 16, in serata la Protezione civile si è corretta di nuovo a mezzo comunicato stampa, “Le mie parole sono state male interpretate”. Il che porta a credere che la prima data gli sia sfuggita per imperizia, e che poi abbia provato a mettere delle toppe tardive. Forse la molla della vanità per Borrelli è stata fatale. Non è un mistero che l’attuale capo della protezione Civile appartenga alla casta dei burocrati miracolati dal fato.
Nominato dopo due personalità di caratura massima come Gabrielli e Bertolaso, infatti, risucchiato per cooptazione nel vuoto, scelto da un rabdomante rovesciato di carismi come Paolo Gentiloni, Borrelli è un traver di successo, un uomo dal curriculum oscuro e (nell’auto-narrazione) evidentemente vanaglorioso, malgrado il suo sfavillante grigiore di gregario. Abbiamo già raccontato su questi sito lo spettacolo delle sue conferenze stampa, sempre piene di domande senza risposta e di perifrasi avvitate su se stesse, per non dire nulla. E abbiamo già scritto del suo errore clamoroso nell’intervista a La Repubblica, quando Borrelli stabilì il curioso record di smentire se stesso: l’uomo dei numeri che spiega come i suoi numeri non siano attendibili. Un genio. Adesso il capo della Protezione vuol dare anche le date, lo fa alla sua maniera, forse come certi miracolati tardivi che perdono il controllo di fronte alla febbre della notorietà. Non sarebbe male tacere.
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