Ha ragione Beppe Sala, multiamo chi fuma all’aperto, liberiamoci dalla schiavitù dei tossici (di Luca Telese)
Confesso: io quando mi becco una nuvola di fumo soffiata in faccia vorrei strangolare o uccidere. Non sono buono, non sono tollerante. E se vedo che accade ad un bambino potrei alzare le mani. Quando scendo da un autobus pieno, o da un treno dopo quattro ore di viaggio, quando incappo in uno di questi tossici che corre ad accendere la sigaretta e non pensa nemmeno che ti sta soffocando impazzisco: so che non è bello, so che non è razionale, ma qualcosa più forte di me mi prende le budella e mi attanaglia il collo. Mi sembra di finire in asfissia, e devo faticare molto per comprimere questo impulso violento.
Potete quindi immaginare la mia gioia quando ho letto questa dichiarazione-annuncio del sindaco di Milano Beppe Sala: “Presto vieteremo di fumare alle fermate degli autobus”. E potete immaginare la mia gioia, poi, quando ho visto che ha aggiunto: “Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto, e non si fumerà nemmeno in coda per i nostri servizi”. So che qualcuno dirà che non è democratico, ma io penso che sia molto civile. La salute e il decoro di una città non si votano a maggioranza.
I diritti di espressione delle minoranze non riguardano i vizi che sono dannosi per la collettività. Chi fuma non fa qualcosa che riguarda (solo) se stesso, ma mette in atto un comportamento che danneggia gli altri. Se ha un problema o una dipendenza la risolva da solo, o di nascosto, o a casa sua, o chiuso in un cesso, o in un parco in cui non danneggia gli altri. Non mi importa che lo dica un sindaco di sinistra o di destra, del nord o del sud, libertario o sceriffo, mi basta che qualcuno lo faccia. Adottate la legge Sala, mettete le multe, liberateci dalla schiavitù dei tossici puzzoni e inquinanti. Il club degli imbecillì che ti sbuffano in faccia.