Le chiese sono precauzionalmente chiuse, quindi dove si va a pregare? Beh, ma nello studio di Live – Non è la D’Urso, naturalmente. Fra lustrini e paillettes; fra ricchi premi e (se rimani all’ascolto per un po’) grandi cotillons. Venendo incontro all’esigenza di sacro che intercetta nel tele-Paese, Carmelita, dopo aver assecondato un formidabile assist dell’ospite Matteo Salvini, ieri sera ha intonato un “Eterno riposo” in memoria delle 10mila persone che sin qui purtroppo ci hanno lasciato a causa del Coronavirus. Che sia un modo singolare di interpretare l’infotainment da parte di madame D’Urso? Che punti a impartire in futuro anche l’indulgenza plenaria? Può essere. In fondo la nostra opera sotto testata giornalistica. Quei posti dove in Italia puoi fare un po’ quel che vuoi. Perché non si interrompe un’emozione.
La performance è stata bersagliata da critiche (a volte pesantissime) ovunque sul web. Le conservo nel mio diario con il laccetto e i cuoricini perché fanno bene all’anima. Ma non ve le elencherò. Vediamo invece meglio l’accaduto, qualora qualche incauto/a se lo fosse perso. Barbara introduce il sobrio Salvini, che parla (come rivela lui stesso) dal soggiorno di casa. Sullo sfondo “un telefono a gettoni che mi hanno regalato, una chitarra e una canna da pesca”. Deve essere chiaro a tutti che Matteo non solo è uno di noi, ma coltiva anche quella nostalgia canaglia per un passato in cui non avevi l’Adsl ma (signora mia) si stava di Dio. Manca soltanto, a parete, un poster di Toto Cutugno. Grave lacuna. Mi permetto di suggerirne l’implementazione a Luca Morisi, lo spin doctor del leader della Lega, nella release 2.0 del software.
Salvini apre con una premessa: “Sconfitto il virus, che è l’emergenza sulla quale stiamo lavorando, è giusto che gli italiani vadano a mettere i puntini sulle i e vadano a vedere chi ha fatto e chi non ha fatto, chi ha fatto bene e chi ha fatto male; però non sono io stasera a dare pagelle, siamo tutti esseri umani, anch’io ho sbagliato diverse volte, quindi non mi va di polemizzare con chi c’era prima di me o chi ci sarà dopo di me”. Segnatevi molto bene questa frase, e il suo significato sintetico tradotto dal politichese: “Sul Covid-19 di cazzate e sottovalutazioni all’inizio ne abbiamo fatte/dette tutti e a tutti i livelli. Quindi per adesso passiamo ad altro. Confido però che domani vi siate dimenticati così potrò menarla per bene a Conte”. Sembra un dettaglio, ma credo che sarà importante ricordare in futuro quest’autocritica ammissione di Matteo. Il quale poi lancia qualche proposta politica, e stende una colata di retorica che avvolge tutto e tutti come un magma: “Dieci secondi – dice – per pensare ai 10 mila italiani che sono morti e che ci seguono da lassù, senza neanche essere stati salutati dai figli, dalle figlie, dai mogli (sic!) e dai mariti. Mi tolgo 10-20 secondi alle mie parole, che possono anche essere un di più, per pensare veramente, alcuni li conosco personalmente, ad alcuni che non hanno neppure potuto salutare la mamma, il papà, il nonno o la nonna; e quindi mi taccio e dedico un Eterno riposo a queste italiane e a questi italiani che ci danno una mano da lassù a uscire da questo incubo”.
Qui la D’Urso, che nel frattempo, circonfusa dalla consueta luce flou, a occhi socchiusi e mento in alto, aveva già assunto la posizione a mani giunte tipica della preghiera, lascia passare qualche secondo e con aria grave la butta lì: “Se vuoi la dico… Lo posso recitare perché tanto io tutte le sere faccio il rosario, non me ne vergogno, anzi sono orgogliosa di dirlo”. “Siamo in due Barbara”, la incalza Salvini. E qui bisogna immaginarsi Matteo e Barbarella che di sera, nelle rispettive stanzette, sgranano il loro bel rosarione. Ma poi quale? Quello ad anello o la Corona classica? Il salterio o il rosario brigidino? La Decina o quello francescano? A volte sarebbe opportuno essere più precisi. E poi attacca: “Eterno riposo, dona a loro, Signore… Splenda PER essi la luce perpetua, riposino in pace, amen”. Salvini entra sul finale, di fatto correggendola: “Splenda AD essi la luce perpetua, riposino in pace”. “Ad” invece di “Per”. Un Salvini filologicamente corretto che scatta e vince al termine dell’omelia con una sorprendente rimonta. Ebbene, con il cuore in mano e l’indomita fede che mai ci deve lasciare, amici cari, io vi dico (come vedete il mood predicatorio sta possedendo anche me) che per tutto ciò non vi dovete né stupire né indignare. Barbara e Matteo sono due pecorelle, per niente smarrite, che si somigliano, sono uguali. Sono fatte della stessa materia. E lavorano per giunta sullo stesso target di pubblico. L’unica cosa che possiamo sensatamente fare, è ricordarceli così, un domani. Fare lo sforzo di tenere a mente per sempre un momento così alto.
Mentre su Canale 5 andava in onda la preghiera in quel di La7, a Non è l’Arena, Massimo Giletti ospitava Cristiano Aresu, il ragazzo finito in un mare di polemiche per aver diffuso dal Giappone un video dove si magnificavano le doti curative dell’Avigan, farmaco anti-influenzale, sostenendo che fosse (localmente) all’origine del forte regresso dei casi di Covid-19. Notizia smentita dagli stessi produttori del farmaco. Un video rilanciato con grande enfasi in Italia anche da Red Ronnie e diventato estremamente virale. L’inventore di “Roxy Bar”, che evidentemente ama divulgare dai suoi pulpiti le chiacchiere fatte davanti ai banconi virtuali, ha ricevuto un buffetto sulla guancia dal virologo Fabrizio Pregliasco: “Il colpevole è Red Ronnie” ha dichiarato. “Da anni parla di scie chimiche, no vax… Ama queste provocazioni. L’Avigan è un farmaco come gli altri, testato in via sperimentale non in Giappone ma in Cina su un piccolo gruppo e che ha dato risultati interessanti. È usato in tutto il mondo solo per la cura dell’influenza e in alternativa ad altri farmaci anti-influenzali”. Gli fa eco il vice-Ministro della Salute Sileri: “L’Avigan, noto da tempo, è attualmente in fase di test contro il Coronavirus in una lista di altri 30 prodotti di ogni tipo, anche erbe”. Mentre Red Ronnie si difendeva rilanciando la notizia (dal web) che il primo ministro giapponese Abe avrebbe accettato ora ufficialmente l’utilizzo dell’Avigan come cura contro il Coronavirus, Luca Telese stigmatizzava un’altra uscita del giornalista musicale bolognese, all’occorrenza tuttologo. “Mi piacerebbe che Red Ronnie – ha incalzato Telese – chiarisse perché in una sua chat ha detto che i responsabili della diffusione del Covid-19 sono Bill Gates e sua moglie. Chiarisca come lo sa e qual è la fonte”.
Il musicologo negava tutto, ma Telese pareva molto sicuro di ciò che aveva letto. Sarebbe possibile avere un chiarimento dal virologo Gabriele Ansaloni, in arte Red Ronnie? Di complottismo si può anche morire, ma se qualcuno sa, parli. Intanto, su Canale 5, sempre nel Live di monna Barbara, Matteo Salvini (lo stesso che di recente si è presentato in tv vestito con una mise che imitava sfacciatamente quella di un paramedico in prima linea contro la pandemia) tirava la volata finale: “In questo periodo leggo sui social molti sfottò sui parrucchieri che in questo periodo non lavorano. In questo momento le ironie sono assolutamente fuori luogo”. Giusto. Le pagliacciate, invece, no?
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