La sfuriata di Maria De Filippi ad Amici? Ha ragione lei, ecco perché
Non toccate Maria. Non perché Maria De Filippi sia intoccabile, sia chiaro. Grazie al cielo qui dentro potremmo permetterci di parlare male anche dell’Ausiliatrice degli ascolti di Canale 5, se avesse una Colpa. Il problema è che, in questo caso, non ce l’ha. La tigre pavese dei palinsesti è finita nel tritacarne dei social per il presunto piglio dittatoriale tenuto l’altra sera durante la più recente puntata di “Amici 19”, partita gelida (e già la Nostra quando conduce non è un termosifone) causa assenza di pubblico per le note norme cautelative da Coronavirus.
Che cos’è successo? Vediamo i fatti. In un numero centrale si sfidano due ballerini: il boriosissimo ucraino Nicolai e il più silente e defilato cubano Javier, che fanno del loro meglio. Alla fine la giuria premia Nicolai e lo scornato Javier, che ha già sopportato parecchie esternazioni del giovane collega, lascia lo studio in polemica non accettando un giudizio che ritiene fortemente ingiusto. De Filippi cerca di farlo ragionare e rientrare nei ranghi, per salvare il salvabile, ma qui accade l’imprevisto: la professoressa di danza Alessandra Celentano, che fa parte della giuria ma che è in aperta polemica con chi nella medesima non ha competenze curricolari in fatto di ballo (ci sono anche Christian De Sica, Rudy Zerbi, Gabry Ponte e Vanessa Incontrada, per capirci), dà ragione al ragazzo che ha preso la porta e se n’è andato.
Apriti cielo. Qui inizia un’accesa schermaglia verbale tra la nipote del nonno della via Gluck e Maria, che cerca invano di rimetterla in riga con piglio piuttosto deciso. De Filippi in particolare va su tutte le furie quando la Celentano avalla la decisione del ragazzo di andarsene. Il problema qui, in tutta evidenza, non è la volontà di censurare un’opinione differente. Semmai l’occhio lungo del Padrone della bottega, che vuole tutelare il suo programma e le valutazioni della giuria stessa, che sono poi il cuore del programma; valutazioni che vanno accettate, piacciano o no, a qualsiasi concorso si partecipi da che mondo è mondo. In sintesi: i battibecchi in tv fanno audience.
Ma non si può tollerare che una componente della giuria “boicotti” il programma dall’interno, caldeggiandone l’abbandono. Un po’ per non avallare l’inaccettabile vezzo di pischelli che si credono Nureyev di portare via il pallone se il risultato non è a loro gradito. Un po’ perché se se ne vanno uno a uno (già un’altra ragazza di recente era uscita e poi convinta a rientrare) la trasmissione come si manda avanti? Con le teche Mediaset?
Ciò detto, io stesso (che non sono un tecnico ma ho comunque diritto a esprimermi) ho preferito di gran lunga il numero di Javier, che spiccava per tecnica ed eleganza, quindi sarei portato a dare ragione alla Celentano. Il punto è che la sciura in questo caso doveva soltanto restare zitta e ingoiare il rospetto. Non ha fatto gioco di squadra. Se lavori in una squadra ne devi accettare le regole. Tutti devono farlo. Sarebbe come se il dipendente di un’azienda criticasse apertamente e pubblicamente le decisioni del Cda. Provate a farlo e poi non lamentatevi se vi arriva la lettera di licenziamento.
Alla fine Javier, coccolatissimo, accetta di rientrare in studio, ma sotto finale si apre un altro fronte: quello dell’autoproclamatosi figo Valentin, simpatico come una multa sul parabrezza. Prima della sfida con il tenero Jacopo, cantante, il ragazzo romeno (col disappunto di chi non è stato sin lì sufficientemente al centro dell’attenzione) torna sulla questione con un monologo fortemente polemico. Con frasi come “Il programma non si fa in questo modo…” ed “Era evidente come il numero di Javier fosse migliore di quello di Nicolai“, ecc.
A De Filippi, giustamente, scendono in funicolare uno a uno tutti i santi del Paradiso e sbotta: “Senti Valentin, questo programma esiste da vent’anni…”(sottotesto: se vuoi insegnarmi tu a farlo…) con il successivo e definitivo invito: “Se vuoi andartene quella è la porta, è lì che ti guarda”. Valentin lascia lo studio e tutti se ne faranno una ragione. Il ragionamento è come sopra: se il plotone gli sfugge di mano, il Capitano che comanda la compagnia rimette tutti in riga. Ed è giusto così. Non ci troviamo di fronte a un caso di delirio onnipotenziale di De Filippi.
La quale è stata molto criticata anche per avere rivolto alla Celentano questa frase sotto finale: “Sei proprio tonta. Se non ti volessi bene ti caccerei a calci nel sedere”. L’ha detto sorridendo, con fare paternalistico, e a buriana ormai passata. Non era una minaccia, ma un buffetto sulla guancia. Suvvia, non drammatizziamo. Intanto la puntata, fiaccata da capricci, defezioni e gente che rema contro, è finita tre quarti d’ora prima del previsto. I blocchi pubblicitari che Publitalia doveva inserire in quei 45 minuti, ora dove li manda in onda? Sullo smartphone di Valentin o della Celentano?
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