Tre miliardi di euro ad Alitalia, una società privata in crisi da oltre 20 anni, e una cifra analoga per il nostro Sistema Sanitario, già fortemente messo alla prova a causa dell’emergenza Covid-19. Del privilegiato ed incredibile trattamento di cui usufruisce la compagnia aerea avevamo già parlato su TPI, quando il Governo aveva scelto di assegnare ad Alitalia 600 milioni di euro, una cifra che da sola avrebbe potuto coprire la realizzazione di 7.500 posti di terapia intensiva. Con il decreto Rilancio, Conte sceglie di equiparare i bisogni di Alitalia, già ampiamente sussidiata ed aiutata, nonostante i continui richiami della Commissione Europea sui temi anti-trust, a quelli del Sistema Sanitario che riceverà grossomodo la stessa cifra. Immaginiamo però cosa avremmo potuto fare con 3 miliardi di euro in più per la nostra sanità, arrivando a 6 miliardi di euro.
Con quell’importo sarebbe possibile realizzare 80mila posti di terapia intensiva, assumere circa 40mila infermieri, oppure sostenere le borse di specializzazione per i giovani medici, acquistare dispositivi di sicurezza o abolire una quota di ticket sanitari. Per dare un’idea dell’importo per i conti pubblici, è sufficiente ricordare che i 3 miliardi di euro assegnati ad Alitalia, equivalgono all’intero importo stanziato per il 2019 per il Reddito di cittadinanza. Non solo, questa cifra è superiore a quanto stanziato per la scuola, un settore chiave per lo sviluppo del nostro Paese, su cui si è concentrata anche la denuncia dell’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24, Ferruccio De Bortoli. Alitalia paga il costo della crisi come lo pagano decine di migliaia di altre aziende, con una differenza: che nessuna azienda in Italia ha mai ricevuto così tanti privilegi e aiuti come la nostra ex compagnia di bandiera, che ha accumulato negli ultimi anni misure finanziarie di sostegno per circa 13 miliardi di euro.
Con quella stessa cifra, ha stimato il docente Andrea Giuricin, esperto in materia di trasporti, lo Stato italiano avrebbe potuto comprare Air France – KLM, Lufthansa, Norwegian, SAS, Finnair e Air Canada, tutte insieme. A sostegno della necessità di finanziare Alitalia vi sono spesso false convinzioni che la compagnia svolga funzioni indispensabili per la nostra economia ma i dati dimostrano il contrario: Alitalia copre circa l’8% della quota dei passeggeri internazionali in arrivo e in partenza dall’Italia e non è l’unica compagnia a garantire tratte interne. Oltre al costo diretto, che colpisce le casse dello Stato, vi è poi un costo indiretto, meno visibile ma ugualmente pericoloso: quello del danno alla concorrenza e altre compagnie. Con queste distorsioni il mercato del trasporto aereo italiano diventerà sempre più ristretto e sempre meno competitivo. Il rischio reale è che i biglietti aerei arriveranno a costare sempre di più, perché le compagnie rivali di Alitalia saranno sempre in difficoltà, fino a rischiare di lasciare la compagnia nelle condizioni di un nuovo monopolio.
Una dinamica che nessuna economia di mercato ha beneficio a sostenere, perché la mancanza di un settore aereo efficiente comprometterà l’intera mobilità del Paese, danneggiando consumatori, imprese e viaggiatori. I mancati finanziamenti al sistema sanitario, l’assistenzialismo ad Alitalia e le possibili distorsioni di mercato produrranno danni su tutti gli interlocutori: pazienti, personale sanitario, imprese, cittadini e viaggiatori. Una scelta che suona come un vero e proprio affronto alle migliaia di medici ed infermieri che con spirito di sacrificio hanno lavorato nelle peggiori condizioni: senza test, senza strumenti, senza risorse.Da oggi questi medici, infermieri e pazienti sanno cosa hanno perso, e cosa avrebbero potuto avere, se solo il Governo avesse scelto di agire diversamente.
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