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No ai migranti vicino alle scuole nel comune leghista, il consigliere d’opposizione a TPI: “Paragonati alle slot machine”

Credit: Getty Images
Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 11 Apr. 2019 alle 13:34 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:59

“È una norma di cui non c’è nessuna necessità nel nostro Comune, dove non sono mai successi fatti che richiedono questo tipo di attenzione”. A parlare a TPI è Paolo Cola, consigliere di opposizione del Comune di Calolziocorte, in provincia di Lecco, dove l’amministrazione di centrodestra ha approvato un regolamento secondo cui i centri di accoglienza per migranti sarebbero esclusi da alcune zone della città, quelle considerate “sensibili”.

“Addirittura i migranti sono stati paragonati alle slot machine”, spiega ancora il consigliere comunale, che ricorda come per le slot ci sono studi conclamati che registrano come la vicinanza a strutture sensibili – scuole in primis – incentivino la ludopatia.

“Per migranti e richiedenti asilo non è conclamato da nessuna parte che creino disagio, soprattutto nelle nostre zone, dove sono integrati e lavorano”, continua ancora il consigliere dell’opposizione, eletto tra le fila della lista civica appoggiata dal Pd.

“Questa è una cosa abnorme. L’amministrazione precedente, di cui facevo parte, aveva approvato la legge che vietava le slot machine a una certa distanza dalle scuole. Ma credo che siano nettamente due cose diverse. Mi auguro di non esser solo io a pensarla così, ma qualche dubbio mi viene”, continua.

Paolo Cola è uscito dall’aula quando il provvedimento è stato approvato. “Non sono d’accordo sull’impianto generale della norma e, in secondo luogo, è scritta male. Tutta aleatoria, anche tecnicamente la norma non è scritta non tecnicamente”, spiega Cola.

Secondo il regolamento approvato, la cittadina sarà suddivisa in tredici zone: nove quelle rosse, cinque quelle blu. Nelle prime sarà vietata l’apertura di centri di accoglienza, nelle seconde, invece, sarà necessario avere il nullaosta del comune.

“Nelle zone blu si lascia una discrezionalità al Comune, ma il Comune non è l’amministrazione e, anche se fosse l’amministrazione comunale, di chi parliamo? Della giunta, del consiglio comunale, del sindaco? Mi sembra scritta da principianti. Per le zone blu si rimanda a una ipotetica concessione da parte del Comune per l’insediamento di un centro di accoglienza. Ma Comune è una parola generica”, continua Cola.

Si è arrivati a questo regolamento”perché la maggioranza è della Lega”, spiega il consigliere di opposizione, che sottolinea come non ci siano stati episodi di nessun tipo da giustificare il regolamento approvato. “Calolziocorte prevede un Cas (Centro di accoglienza straordinaria, ndr), dove ci sono circa 15 richiedenti asilo, perfettamente integrati, che hanno anche fatto dei lavori per il Comune. La necessità non la vedo. A meno che non parliamo di una necessità ideologica”, spiega il consigliere.

“Questo non è un modo che favorisce l’integrazione. Le zone rosse sono scuole e stazione ferroviaria, zone blu gli oratori. Non si va nel verso dell’integrazione, soprattutto se non integri i bambini piccoli. Tante volte senti un bambino di 10 anni e sembra un lecchese, poi ti giri e vedi che è africano. Che vuol dire tenerli lontani dai punti sensibili? Per me non ha senso. Vogliono rimarcare un’ideologia”.

“Non ce n’è proprio bisogno. Abbiamo delle scuole elementari in cui ci sono classi formate al 50 per cento da extracomunitari: siamo in una zona in cui l’integrazione c’è stata”. “Si tratta di una norma “che penso sia anche incostituzionale”, precisa Cola, che continua spiegando che “se la cosa salirà di livello, penso che ci sarà anche il parere del prefetto”.

Il provvedimento in questione, secondo il consigliere d’opposizione, “tende a far vedere l’immigrato come solo colui che delinque e non è così”. “È una questione di percezione: la percezione è esasperata rispetto alla realtà, che non è così”, conclude Cola.

A Calolziocorte (Lecco) zone rosse per i migranti: lontani da scuole e stazioni
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