“Siamo Europei”. Ci sarà lo slogan (e il percorso) di Carlo Calenda con il simbolo del Partito democratico alle elezioni europee del 26 maggio.
Prima, però, c’è da organizzare la “resistenza” a quella che il segretario del Pd Nicola Zingaretti, oggi alla guida della prima direzione del partito, ha definito “l’ondata nera” che sta puntando ora verso Bruxelles.
“Per amore dell’Italia”. Sarà questo il “motto” della mobilitazione lanciata dal presidente della Regione Lazio nelle giornate del 5, 6 e 7 aprile. Tre giorni di mobilitazioni, con campagna di tesseramento “in piazza, nelle strade e tra la gente”, con tanto di campagna di informazione contro il governo Lega-M5s.
“Queste tre giornate tutto il gruppo dirigente del Pd deve viverle come inizio non solo della campagna elettorale ma del lavoro del partito dentro la pancia del Paese”, ha spiegato Zingaretti.
Perché, per ripartire dalle Europee, “serve una lista che si muova con una missione veramente europea, con un programma di grande rinnovamento”. Per questo “credo sia giusto che nel simbolo sia presente anche la dicitura Siamo Europei”.
Un chiaro messaggio di apertura a Carlo Calenda e, al tempo stesso, un chiaro messaggio del Pd che ha in mente Zingaretti: “Muoverci verso il Paese e costruire un progetto politico con cui noi ci candidiamo per essere quella forza che offre all’Italia un’altra possibilità”.
Il segretario non dimentica l’altro grande scoglio, quello delle amministrative: il 26 maggio si voterà anche in 3.863 comuni italiani, con 17 milioni di cittadini chiamati alle urne e a rinnovare i consigli comunali di città come Bari, Firenze, Perugia. Ma il vero test, l’elezione “da non perdere” è quella per la Regione Piemonte.
Per questo, per costruire una “rete di alleanze” nelle varie amministrazioni, il segretario ha chiesto ufficialmente mandato per chiudere “in tempi brevi” liste e alleanze. “Perché è ora il momento di iniziare a prendere le misure per le prossime settimane e scatenare una reazione collegiale per fermare la deriva di questo paese”.